L’agenzia Habeshia, presieduta da padre Mussie Zerai, lancia un appello a tutte le prefetture e ai comuni siciliani che hanno accolto le salme dei migranti morti in mare: “Lasciateli riposare in pace dove sono stati sepolti originariamente”. In questi giorni sono accaduti dei fatti che hanno addolorato i familiari delle vittime. “I gestori dei cimiteri comunali spostano le salme dei migranti non identificati dai loculi dove sono stati collocati a fosse comuni, o campi comuni, come successo nel cimitero di Sciacca”, spiega padre Zerai, raccontando di due donne venute dalla Svizzera a rendere omaggio alla tomba della sorella vittima nel naufragio del 3 ottobre 2013: “Hanno trovato la tomba occupata da altri, un dolore devastante per le famiglie, fatti gravissimi. Mancano all’appello 10 salme spostate senza che sia stato informato nessuno dei familiari”. “Ogni spostamento – sottolinea – viene vissuto dalle famiglie come una profanazione, aggiungendo dolore al dolore”. I familiari dei migranti morti continuano a chiedere l’identificazione tramite l’esame del Dna. Padre Zerai chiede di rispettare “il diritto che i morti riposino in pace, senza sballottarli di qua e di là, e il sacro diritto delle famiglie di sapere che il proprio caro è sepolto al sicuro e nessuno profani la sua tomba”.