Nel secondo trimestre del 2021 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato del 2,7% rispetto al trimestre precedente e del 17,2% nei confronti del secondo trimestre del 2020. Lo rende noto oggi l’Istat, diffondendo i dati sui “Conti economici trimestrali – Prodotto interno lordo, valore aggiunto, consumi, investimenti, domanda estera” relativi al secondo trimestre 2021.
“La stima della crescita congiunturale del Pil diffusa il 31 agosto 2021 – ricorda l’Istat – era stata del 2,7% mentre quella tendenziale era stata del 17,3%”.
Stando ai dati diffusi, la variazione acquisita per il 2021 è pari a +4,7%.
Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna registrano un’espansione, con aumenti del 3,4% dei consumi finali nazionali e del 2,6% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute, rispettivamente, del 2,4% e del 3,2%.
La domanda nazionale al netto delle scorte ha fornito un contributo positivo di 3,1 punti percentuali alla crescita del Pil: +2,8% dai consumi delle famiglie e delle Istituzioni sociali private (Isp), +0,5% dagli investimenti fissi lordi e -0,2% dalla spesa delle Amministrazioni pubbliche (Ap). Per contro, la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del Pil per 0,8 punti percentuali, mentre l’apporto della domanda estera netta è risultato positivo nella misura di 0,3 punti percentuali.
Si registrano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto di industria e servizi, aumentati rispettivamente dell’1,5% e del 3%, e stazionario per il valore aggiunto dell’agricoltura.