In Yemen, negli ultimi tre giorni, 3 bambini e 8 adulti sono stati uccisi e almeno altre 45 persone sono rimaste ferite a causa dell’intensificarsi del conflitto. Questa la denuncia di Save the children, che rende noti alcuni fatti: domenica nella città di Marib, in Yemen centrale, due bambini sono rimasti uccisi in attacchi missilistici e 24 persone, tra cui due minori, sono rimaste ferite. Questo è avvenuto dopo che venerdì, nella città settentrionale di Sa’ada, durante i combattimenti sono morti 5 civili e 11 persone sono rimaste ferite mentre sabato ad Aden, nel sud del Paese, il bilancio è di 4 vittime, tra cui un bambino, e almeno 10 feriti. Nelle ultime settimane i combattimenti al fronte sono aumentati a causa del collasso economico e dei servizi pubblici scadenti che alimentano il malcontento. Dopo sette anni di conflitto in Yemen, centinaia di migliaia di persone sono intrappolate tra conflitti e rivolte violente. “In sole 72 ore sono state colpite 56 persone di cui 11 sono morte. Tra le vittime ci sono anche 3 bambini innocenti. Quasi ogni giorno arrivano notizie di bambini e famiglie coinvolte nei combattimenti che pagano con la loro stessa vita. In Yemen i bambini rischiano di morire o di rimanere feriti ogni volta che escono e sono vittime dei bombardamenti e delle esplosioni proprio nei luoghi in cui dovrebbero sentirsi al sicuro come case, scuole, ospedali e mercati”, ha detto Xavier Joubert, direttore nazionale di Save the Children in Yemen: “Molti di loro hanno visto i propri cari morire davanti ai loro occhi e questa è la tragica realtà per milioni di bambini che cercano di sopravvivere alla peggiore crisi umanitaria del mondo. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un aumento significativo dei combattimenti e dei disordini civili e i bisogni umanitari della popolazione stanno aumentando”. Save the children invita le parti in conflitto “a rispettare il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale sui diritti umani e ad adottare tutte le misure necessarie per proteggere i civili e le strutture civili durante il conflitto”.