“I processi di modernizzazione dei sistemi universitari, per qualche aspetto, hanno concorso a produrre asimmetrie tra le università delle diverse nazioni. La rete delle università è riuscita tuttavia a rimanere fitta quasi ovunque, pur se si è fatta strada l’idea insidiosa che soltanto il perseguimento dell’eccellenza possa rappresentare il futuro dell’alta formazione; talvolta con la spinta a concentrare le risorse su pochi Atenei, rischiando di riprodurre implicitamente un modello di formazione destinata soltanto ad alcuni”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella sua lectio doctoralis “Le università, fondamenta dell’idea di Europa, motori del suo futuro”, in occasione della cerimonia di conferimento della laurea honoris causa in “Relazioni internazionali ed europee”.
Il Capo dello Stato ha evidenziato che “per le università, come del resto per altre istituzioni, il metodo migliore resta, invece, la costante ricerca della connessione tra la selezione e la valorizzazione delle eccellenze da un lato, e l’impegno continuo per l’ampliamento e la diffusione delle conoscenze dall’altro. Anche per consentire che emergano possibili protagonisti della ricerca e del sapere, senza che venga loro precluso l’accesso agli studi superiori, privando la società di possibili contributi di alto valore”.
“La meritocrazia – ha ammonito – non può essere sinonimo di una formula che legittimi chi si trova già in posizione di privilegio, bensì quella di chi aspira a mettersi in gioco”. “Un’autentica democrazia sa riconoscere che prima di ogni merito accademico esiste ‘un merito di vivere’, frutto dell’incontro con la realtà dei fatti e con la spinta a una emancipazione da essi”, ha proseguito Mattarella.