Sono cominciati ieri, 3 ottobre, i lavori della prima assemblea del Concilio plenario della Chiesa cattolica dell’Australia. Fino al 10 ottobre 280 rappresentanti di diocesi, comunità, ordini religiosi e minoranze di vario tipo, si incontrano ogni giorno on line, insieme o divisi in gruppi di lavoro, secondo un programma quotidiano che comincia sempre con la celebrazione dell’Eucaristia e procede con tre sessioni di lavoro. “Durante questo Concilio plenario, anche noi cerchiamo di ricostruire la Chiesa di Cristo”, ha detto questa mattina nell’omelia il vescovo di Sandhurst e vicepresidente del Concilio, mons. Shane Mackinlay, riferendosi alla figura di San Francesco, “e di rispondere così in modo molto concreto al ripetuto appello di Papa Francesco di diventare una Chiesa più sinodale: una Chiesa impegnata a camminare insieme nell’ascolto reciproco, nell’ascolto del grido della terra e del grido dei poveri, soprattutto nell’ascolto dello Spirito Santo; una Chiesa che dia testimonianza della visione cristiana di comunità, partecipazione, solidarietà e corresponsabilità”. Aprendo i lavori, l’arcivescovo Timothy Costelloe, che presiede il Concilio, riferendosi alla crisi degli abusi, ha affermato: “Tante vite sono state sminuite e persino distrutte a causa di questo terribile fallimento”. “Portiamo con noi il peso della vergogna in questa assemblea e, allo stesso modo, portiamo anche una convinzione incrollabile che la nostra cura per coloro che hanno sofferto così tanto e la nostra responsabilità di rendere la nostra Chiesa un luogo sicuro e protetto, per i nostri figli, i nostri giovani e adulti vulnerabili, devono rimanere due aspetti fondamentali della nostra vita e del nostro ministero come Chiesa in Australia”. I lavori del Concilio sono fruibili in streaming. Questo momento assembleare arriva dopo la fase dell’“ascolto e dialogo”, che nel 2018 ha coinvolto oltre 220mila persone attorno alla domanda: “Che cosa chiede Dio alla Chiesa in Australia?”. C’è stata poi la fase dell'”ascolto e del discernimento”, nel 2019, in cui è nato il “documento di lavoro”, base del confronto assembleare di questi giorni. Dopo le assemblee (la seconda è prevista per l’inizio di luglio 2022) un documento conclusivo, che dovrà essere votato dai vescovi, delineerà le linee di azione future della Chiesa cattolica australiana.