“Non basta ricostruire ma serve rigenerare questa terra. Rigenerare perché sisma e pandemia hanno provocato ferite profonde che devono rimarginarsi anche con l’apporto di tutto quel patrimonio di cultura, di arte, di fede, di bellezza di cui questa terra è ricca. La combinazione sisma-pandemia, infatti, ha fatto emergere anche la meschinità e la piccolezza dello spirito umano. Mi riferisco a sentimenti di rivendicazioni, di invidia e di contrapposizioni gli uni gli altri che hanno lacerato ulteriormente il tessuto delle relazioni umane”.
Lo ha detto al Sir l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, in una intervista in occasione dei 5 anni dalla scossa del 30 ottobre 2016, delle 7.40, di magnitudo 6.5, più violenta di quella di Amatrice del 24 agosto, che mise in ginocchio Norcia e tutta l’area circostante, consegnando alla memoria la distruzione della basilica di san Benedetto. “Il Papa – dichiara l’arcivescovo – ci ricorda sempre che dalla crisi si esce ‘tutti insieme e da fratelli’. Se ricostruiamo le case non possiamo trascurare di ricostruire vere relazioni. Se pandemia e terremoto ci educheranno a ritrovare il gusto dell’essenzialità, dello stare insieme, allora avremo recuperato la dimensione umana della vita. Diversamente sarà stato un tempo sprecato. Ricostruire le relazioni è molto più urgente che ricostruire san Benedetto. Dobbiamo imparare nuovamente a stare insieme”.