“Penso che dobbiamo liberarci della convinzione di essere l’ombelico cattolico del mondo. Siamo un po’ abituati alla convinzione che il nostro cattolicesimo sia più cattolico che altrove” sebbene “ad essere onesti in Polonia sappiamo relativamente poco di come funziona la Chiesa altrove”. Lo dice Aleksander Bańka, delegato polacco all’apertura del Sinodo e uno dei coordinatori delle consultazioni sinodali nella arcidiocesi di Katowice. In una intervista sul sito del Congresso dei cattolici e delle cattoliche polacche offre alcune riflessioni sul significato che può avere per la Chiesa cattolica in Polonia la fase diocesana del sinodo universale. Secondo Bańka “noi in Polonia, stiamo indubbiamente entrando in una fase di crisi: ci attende un’ulteriore fuga di fedeli”. La risposta alla crisi deve stare nella “nostra conversione, non in un nostro persistente attaccamento ai vecchi schemi”. Rispetto alle critiche sollevate da più parti sul processo sinodale, Bańka afferma: “molti hanno già cancellato questo Sinodo, vedendo in esso una mossa che serve a Francesco per realizzare inquietanti riforme nella Chiesa, cambiandone radicalmente la dottrina”. Altri invece “temono che le consultazioni sinodali si rivelino una facciata”. Secondo Bańka tuttavia, “se si trattasse di diagnosticare e risolvere problemi, non ci sarebbe bisogno di convocare un sinodo” e “basterebbe affidarsi a esperti”. Il punto è che diventi esperienza di dialogo, incontro autentico e ascolto; ma “mi chiedo come faremo nella Chiesa polacca, perché il modo in cui i singoli ambienti cattolici si parlano nel nostro Paese non ispira ottimismo. Come dialogare con il mondo se non possiamo farlo al nostro interno?”.