“Il tempo pandemico ci ha restituito la necessità di attivare processi che costituiscono il bene della famiglia ma anche riflettere sul valore di essa che per noi è l’essere una piccola chiesa domestica”. Così nel suo intervento il cardinal Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, durante l’incontro per la Giornata di studio “Comunicare la bellezza della famiglia”, nell’ambito delle attività per il 25° anniversario della Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce. “Non solo – ha osservato il porporato – perché è nelle case che si è fatto catechismo durante la pandemia, ma soprattutto per come è stato fatto. È stata una riscoperta della spiritualità familiare. La Chiesa universale è chiamata a stare in dialogo con la piccola chiesa domestica”. “Abbiamo avuto occasione di comprendere come la famiglia sia frutto di commistioni complesse fra fragilità e bellezza perché tutte le cose belle sono fragili. Come ribadito dal pontefice in più occasioni, la famiglia resta bene prezioso della nostra società e della Chiesa. La custodia di questi semi di bene chiede un ascolto continuo e capillare. In un tempo come il nostro, dopo una pandemia che ci ha colto impreparati, tutto questo deve prendere atto di ulteriori evidenze e proposte perché non tener conto di quanto accaduto verrebbe dire parlare di una realtà familiare sganciata dal contesto attuale”.
Bassetti ha aggiunto: “se parliamo di famiglia in generale dobbiamo considerare il recente rapporto del Centro internazionale degli studi della famiglia che ci offre una panoramica complessa e articolata. I redattori parlano di una famiglia in una società post familiare. È in calo il numero di matrimoni totali e le unioni civili. Il 60% delle famiglie è composto da uno o due componenti. Il 36% dei giovani non ancora sposati non intende sposarsi e il 24% dei giovani che non hanno figli in genere non intende averne. Questo è molto preoccupante”. Si intravvedono dunque “una famiglia tradizionale” e “una famiglia quasi liquida di giovani più centrati sulla autorealizzazione degli individui. Nel mezzo ci sono le famiglie pro sociali”.