Bene i 4.6 miliardi di euro che il Pnrr destina per gli asili nido, ma occorre anche investire su “reclutamento e formazione del nuovo personale con un occhio di riguardo all’occupazione femminile”; agli asili nido “dobbiamo affiancare anche leggi che vadano sempre nella direzione della condivisione dei carichi familiari” e occorre “un nuovo welfare di famiglia”. Ne è convinta Chiara Volpato, responsabile Coordinamento donne Acli, che in un’intervista al Sir fa il punto sulle disparita tra uomo e donna che ancora persistono nel mondo del lavoro.
Sullo smart working, che secondo quanto annunciato dal ministro del lavoro Orlando sarà a breve oggetto di un tavolo in vista di uno specifico accordo-quadro, l’esperta invita a non difenderlo “a spada tratta” né a “criticarlo in toto” perché lo smart working, spiega, “è un’occasione in più per conciliare carichi di lavoro familiari e carichi di lavoro” e può “rappresentare un modo per ottimizzare al meglio il tempo sia delle donne che degli uomini”. Il Coordinamento delle donne Acli “vuole creare dibattito intorno ad una norma che può essere davvero importante, a patto che si tratti di uno smart working più umano e che avvantaggi tutti”.
Uno stereotipo “che parte da lontano”, quello che riguarda le lauree in discipline Stem, sempre più richieste dal mercato del lavoro ma poco “frequentate” dalle donne. “Ancora una volta ci dice, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che la disparità di genere si deve combattere da subito – avverte Volpato -, puntando sui giovani e sui giovanissimi, ma direi anche dall’asilo nido e dalla scuola materna, quando il bambino comincia ad apprendere la realtà che lo circonda: formare ed educare sono i primi antidoti per provare a superare le diseguaglianze di genere che sicuramente concorrono a bloccare il nostro Paese”.