Giovanni Paolo I beato: Falasca (vicepostulatrice), “l’umiltà rappresenta per lui l’essenza del cristianesimo”

“È noto come Albino Luciani svolse un intenso servizio pastorale ricco di frutti e all’insegna del motto episcopale Humilitas che prese dall’esempio di san Carlo Borromeo e di sant’Agostino, del quale più volte ha ricordato come ogni cammino nella Chiesa cominci dall’umiltà: ‘La prima virtù? È l’umiltà. La seconda? Ancora l’umiltà. La terza? Sempre l’umiltà’”. Lo scrive Stefania Falasca, vaticanista e vicepostulatrice della causa di beatificazione di Giovanni Paolo I, in una riflessione pubblicata sul numero di novembre di “Vita pastorale, anticipato al Sir. “L’umiltà non consiste nel negare i doni che si hanno, ma nel riconoscere che sono doni ricevuti. E il suo servizio episcopale non fu così solo di governo, ma al contempo intenso spiritualmente, caritativamente e culturalmente”, prosegue Falasca.
Nei suoi scritti “non si intravede alcun intento di costruire un’immagine di sé, né la prospettiva o la speranza di carriera. Fu categorico, d’altra parte, il suo rifiuto di chiedere alcuna promozione. Nel 2005 l’allora cardinale Ratzinger lo ricordava così: ‘Non era un uomo che cercava la carriera, ma concepiva gli incarichi che aveva ricevuto come servizio’”.
“Egli resta, insomma, fedele alla Humilitas richiamata nel suo motto episcopale, che rappresenta per lui l’essenza del cristianesimo, la virtù portata nel mondo da Cristo e l’unica che a lui porta – osserva Falasca -. Nel trentesimo anniversario della morte di Giovanni Paolo I, Benedetto XVI disse che ‘l’umiltà può essere considerata il suo testamento spirituale, secondo il modello e il dettato di Cristo che additò l’umiltà come la virtù suprema, il vertice della sua dottrina’. Per Luciani essere umili ha significato essere semplici, di quella semplicità evangelica che è frutto di una scelta teologica. E l’accettazione dell’elezione papale avrebbe messo in luce, ancora una volta, le doti e le virtù personali di umiltà e di generosità, nel servizio alla Chiesa, che da sempre aveva anteposto a ogni altra considerazione e a ogni protagonismo”.
E, conclude, “sarà l’umiltà la prima delle quattro udienze del pontificato, la chiave per aprire a quelle successive sulla fede, sulla speranza e sulla carità di un magistero che, radicato nel tempo, ha anticipato i tempi”.

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