Non solo il rischio di una sospensione del divieto di pubblicità diretta e indiretta, comprese le sponsorizzazioni, da parte delle società di scommesse alle squadre di calcio, c’è anche “il capitolo dell’azzardo illegale, gestito dalle mafie di cui non si conosce la reale entità”. Lo evidenzia oggi Luciano Gualzetti, presidente della Consulta nazionale antiusura. “Il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho parla di circa 20 miliardi di gioco illegale ogni anno – denuncia Gualzetti -. Anche secondo la Commissione antimafia ci sono alcuni territori in cui il controllo delle slot machine è in mano alle organizzazioni mafiose. Poi ci sono le piattaforme di gioco allocate all’estero in luoghi la cui normativa consente l’evasione fiscale di consistenti somme di denaro mediante la creazione di sistemi paralleli a quelli legali, non tracciabili e clandestini”.
In questo quadro così complesso, “si può affermare che negli ultimi anni sono stati raggiunti dallo Stato grandi obiettivi, dalla riduzione delle slot machine al divieto della pubblicità, è stato un percorso non senza difficoltà che ha visto il mondo del volontariato e la società civile insieme agli enti locali fare squadra contro l’invasione di sale giochi in ogni dove, nelle vicinanze delle scuole, degli oratori, dei luoghi sensibili”. Per il presidente della Consulta nazionale antiusura, “sono risultati sui quali si deve tenere la barra dritta e per nessuna ragione si può abbassare la guardia. È necessario costituire alleanze nuove con approccio multidisciplinare per arginare un fenomeno davvero complesso che coinvolge lo Stato, gli enti territoriali, le politiche sanitarie e sociali, le imprese e tutto il mondo del Terzo settore”. Di qui l’invito: “Bisogna organizzarsi in maniera più strutturata per giungere all’obiettivo più importante che è quello di una legge quadro dello Stato di riordino della normativa sull’azzardo, attualmente disordinata e frammentata che metta ordine alle innumerevoli norme nazionali e regionali che in alcune regioni divergono tra loro. Se ne parla da anni, ma di fatto ad oggi non c’è alcun risultato concreto”. Gualzetti conclude: “Sappiamo che l’azzardo non è solo una questione economica, ma culturale che rimanda alla necessità della prevenzione e dell’educazione, in particolare i minori, che va messa a sistema. Sarebbe paradossale che un ambito così affascinante per i giovani, come lo sport sia associato a questa attività, che di gioco ha ben poco”.