“Dobbiamo essere capaci di creare cultura anche attraverso dei segni concreti”. Lo ha detto mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, durante la presentazione del progetto “Casa Roma”, ideato e promosso dalla Piccola Casa della Divina Provvidenza Cottolengo e dalla società Xenia e progettato dagli architetti Luca Colasanti e Luca Pagliardi. “La cultura – ha continuato mons. Fisichella – vive all’interno del popolo che trasmette cultura. Ecco perché Casa Roma può diventare un segno concreto con cui dimostrare la dimensione della accoglienza verso tutti”. “Coraggio e affidamento. Il Cottolengo ha avuto coraggio perché non sapeva dove stava andando, ma ha avuto il coraggio di iniziare qualcosa di nuovo che credo sia il primo in Europa. Roma diventa capace di guardare al futuro come il prossimo primo evento internazionale del 2025, il Giubileo ordinario. L’altra parola è affidarsi, cioè confidare negli altri. Affidarsi perché le opere realizzate possano trovare la collaborazione e il sostegno di tutti”. “Tutti collaboriamo e viviamo di una circolarità che diventa la capacità di co-responsabilità per essere capaci di un autentico progresso. Il terzo termine che mi sta a cuore è accoglienza: che Casa Roma possa essere accogliente perché tutti quelli che vengano possano sentirsi a casa”. “La miopia – conclude – è intellettualmente radicata, ci porta a non guardare con la progettualità dovuta. Casa Roma rientra in questa dimensione progettuale, è un progetto, un guardare avanti”.