Venerdì 29 ottobre (ore 16), in occasione del V anniversario del terremoto 2016, l’arcidiocesi di Spoleto-Norcia inaugura la sala “La bellezza ritrovata” che ospiterà ventidue opere d’arte ferite dai terremoti del 2016 e recentemente restaurate grazie al lavoro dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici della diocesi e della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria. Si potrà visitare la sala, alla quale si accede dall’interno della basilica cattedrale e che sarà parte del percorso museale “Arte dello Spirito, Spirito dell’Arte”. La sala è stata realizzata grazie al contributo della Ales (Arte Lavoro e Servizi Spa), società in house del Mic-Ministero della Cultura, impegnata da oltre quindici anni in attività di supporto alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale. “L’impegno generoso di numerosi patron – afferma Stefania Nardicchi, conservatore del Museo diocesano – ha reso possibile il recupero filologico delle opere danneggiate. Tutti i restauratori coinvolti hanno dimostrato grande professionalità e ingegno, riuscendo a ‘mettere insieme’ frammenti talvolta più piccoli di un francobollo, ricostruendo il pezzo originario senza comprometterne la funzionalità e la bellezza”. L’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, ha fortemente voluto dare un segno di vicinanza alle comunità colpite dal terremoto destinando questa sala ad ospitare temporaneamente alcune opere, in attesa che le stesse possano fare ritorno negli edifici sacri di provenienza, non appena conclusi i necessari lavori di restauro. Ai residenti nelle zone del cratere è riservata la visita gratuita il terzo week-end di ogni mese. “La sala – conclude Nardicchi – è il ponte ideale, l’anello di collegamento fra il Deposito regionale dei beni culturali di Santo Chiodo di Spoleto e le chiese sul territorio, in modo che tutti possano ritrovare questi capolavori ed ammirarli nella loro originaria bellezza. Ci auguriamo che questa iniziativa stimoli e favorisca una sempre maggiore attenzione al patrimonio artistico-religioso ferito dai terremoti e che ancora deve essere recuperato”.