“Come può riuscire una buona convivenza tra persone di diverse culture e religioni?”. È la domanda che fa da sfondo alla mostra itinerante “Ethos universale”, promossa dalla diocesi di Bolzano-Bressanone e attualmente esposta allo Studio teologico-accademico di Bressanone. La mostra – informano gli organizzatori – ha due punti centrali: “Da un lato, illustra le grandi religioni; dall’altro, i valori che esse hanno in comune e che possono formare il consenso morale di fondo che rende possibile la convivenza pacifica”. “Le differenze tra le religioni devono essere accettate, ma le differenze non dovrebbero più essere motivo di erigere barriere”, spiega Giorgio Nesler, referente diocesano per il dialogo interreligioso: “Attraverso la comprensione e il riconoscimento dovrebbero contribuire a costruire ponti verso gli altri. Le differenze religiose e culturali non devono impedirci di lavorare assieme attivamente per una maggiore umanità, tenendo presente che la sostenibilità e la giustizia sociale sono l’imperativo del momento”. “Alla base dell’ethos universale ci sono quattro convinzioni fondamentali”, si legge nella presentazione dell’iniziativa: “Non c’è pace tra le nazioni senza pace tra le religioni; non c’è pace tra le religioni senza dialogo tra le religioni; non c’è dialogo tra le religioni senza norme etiche globali; non c’è sopravvivenza del globo senza un’etica globale, un ethos universale, sostenuta congiuntamente da persone religiose e non religiose”. Due, inoltre, i principi specifici che affronta la mostra: il principio di umanità (l’umanità da sola non basta, deve diventare prossimità) e il principio della cosiddetta “Regola d’oro”, che si trova in tutte le grandi religioni e in varie correnti filosofiche (non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te). Questi due principi contengono cinque direttive e impegni personali cruciali per il progetto “Ethos universale”: l’impegno per una cultura della non violenza, della solidarietà, della tolleranza, dell’uguaglianza e della sostenibilità.