(da Sofia) Sono 6.813 i contagi Covid-19 e 124 i morti nelle ultime 24 ore in Bulgaria, mentre gli ospedali sono al limite del collasso. È il bilancio del corso della pandemia nel Paese balcanico dove circa l’80% della popolazione non è ancora vaccinata, fattore-chiave per la quarta ondata in corso: la Bulgaria è ultima tra i Paesi europei per tasso di vaccinati. Le scuole sono chiuse dal 21 ottobre e le lezioni si tengono on line con la prospettiva di riaprire se gli studenti saranno sottoposti a test Covid-19 due volte a settimana. Dalla settimana scorsa il governo ad interim ha introdotto il green pass, valido dopo vaccinazione, test o guarigione per tutti gli spazi chiusi: ristoranti, centri commerciali, teatri. Per ora non ci sono restrizioni riguardo le chiese mentre nessuna confessione religiosa è stata consultata per eventuali proposte simili. “La situazione negli ospedali è critica”, ha affermato il ministro della Salute Stoicho Katsarov, chiamando i bulgari ad osservare le regole. Dei 700 letti in terapia intensiva in tutto il Paese, 608 sono occupati; i decessi dall’inizio della pandemia sono 23.440, altro record per il Paese a livello europeo per tasso di mortalità in rapporto alla popolazione totale. A Sofia sono però in corso proteste contro la certificazione verde, mentre alcuni medici affermano che l’introduzione delle restrizioni doveva accadere molto prima dell’escalation dei contagi. Il motivo del ritardo nelle vaccinazioni, secondo i giornali bulgari, si trova nella campagna elettorale in corso. Il Paese è affidato a un governo tecnico di transizione che cesserà le sue funzioni il 14 novembre, dopo il voto per il nuovo parlamento, la terza elezione nel 2021.