“Non arriveremo a conclusioni certe, che si impongono, ma vogliamo dare spazio ai ricercatori che in varie discipline hanno acquisito delle conoscenze”. Così padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze storiche, ha presentato in Sala stampa vaticana il convegno internazionale organizzato in collaborazione con l’Università Cattolica di Lione in Vaticano, presso l’Istituto Maria Santissima Bambina, da domani a venerdì 29 ottobre, sul tema: “Inchiesta sulla storia dei primi secoli della Chiesa”. “Papa Francesco mi disse una volta: ‘Dovete lavorare con gli altri’, cioè non soltanto con istanze interne alla Chiesa, ma con storici in particolare che appartengono a varie culture e religioni”, ha raccontato il religioso, ricordando che per quanto riguarda la storiografia dei primi due secoli del cristianesimo “ci sono due modelli: il primo famosissimo, quello di Eusebio di Cesarea, che vive la Chiesa del suo tempo e la ricolloca nel passato, come se fosse stata sempre come lui la conosce. È come se oggi dicessimo che la Chiesa delle origini era quella del XXI secolo. È ovvio, invece, che ci sia stato uno sviluppo”. L’altra visione è quella protestante: “Per Lutero, dalla fondazione della Chiesa c’è stata una degradazione progressiva fino alla Riforma protestante. Per questo lui vuole spogliare Chiesa di tutto ciò che gli sembra aggiunto”, come cinque dei sette sacramenti. “C’è una visione della storia della Chiesa che non può ignorare il fatto che la Chiesa in cui crediamo è assistita dallo Spirito Santo”, ha fatto notare Ardura citando il card. Henry Newman, che ha elaborato una teoria dello sviluppo interno e armonico della Chiesa. “Vogliamo tornare ai primi secoli, essenzialmente ai primi due secoli di storia del cristianesimo”, ha concluso Ardura: “Vogliamo avere un approccio storiografico aperto: il Santo Padre ci chiede di accogliere tutti quelli che seriamente studiano la storia e le scienze ausiliarie della storia. L’incontro che si apre domani sarà una inchiesta, una indagine, e probabilmente sarà anche una scommessa”. Al convegno di domani, rinviato di un anno a causa della pandemia, parteciperanno studiosi credenti e non credenti provenienti da Europa, India, Iraq, Cina e Stati Uniti.