“Non è ancora chiara la progressione e la prospettiva del fenomeno del fumo elettronico tuttavia i danni immediati sono a livello delle vie respiratorie, come la suscettibilità all’asma e alla bronchiolite obliterante”: lo sottolinea Massimo Landi, pediatra della Asl città di Torino e vicepresidente della Società italiana di malattie respiratorie infantili (Simri), in occasione del XXV Congresso nazionale della società in corso a Verona. “Sappiamo che il fumo da tabacco favorisce l’adenocarcinoma del polmone e potrebbe essere così anche per il fumo elettronico. Per chi fuma tabacco, passare al fumo elettronico potrebbe non comportare maggiori rischi rispetto a quelli già fatti dalla sigaretta tradizionale, ma per chi non ha mai fumato si apre la porta all’esposizione a sostanze tossiche che sicuramente porterà dei danni, ma che ad oggi sono ancora da indagare”, avverte Landi invitando a “prestare attenzione soprattutto alla fascia adolescenziale”.
Ma il panorama del fumo elettronico è molto complesso. “Non esistono infatti solo le sigarette elettroniche. I dispositivi elettronici per la somministrazione della nicotina sono ormai di diversi tipi e molti di questi device permettono di svapare altre sostanze diverse da quelle presenti nel fumo di tabacco, come il tetraidrocannabinolo, con implicazioni ben più importanti del fumo classico”, aggiunge Landi. “Inoltre, i livelli di nicotina sono in gran parte aumentati nei prodotti per lo svapo nel corso degli anni. Ad esempio, i nuovi dispositivi podmod jull impiegano sali di nicotina che permettono di erogare in brevissimo tempo concentrazioni di nicotina estremamente elevate, fino all’equivalente di due pacchetti di sigarette convenzionali”.