A cinque anni dall’inizio del progetto di restauro, l’antico chiesino di Narnali ha aperto nuovamente le sue porte per essere restituito alla comunità. Taglio del nastro ieri sera, lunedì 25 ottobre, alla presenza del vescovo di Prato, mons. Giovanni Nerbini, e del sindaco, Matteo Biffoni.
La chiesetta-oratorio è posta su via Pistoiese dopo l’incrocio con le vecchie vie per Maliseti e Galciana. La chiesa è molto antica: è citata per la prima volta in documenti del 1195 e dopo vari ampliamenti e modifiche è stata dismessa nel 1959 con la costruzione della nuova e più grande chiesa parrocchiale. La sua lunga chiusura è sempre stata vista come una mancanza per i narnalesi che lì per secoli sono stati battezzati, si sono sposati e hanno ricevuto le esequie. La volontà di riaprire questo ambiente è nata dal basso, da un gruppo di parrocchiani supportati dal parroco, don Bruno Martini, che ha deciso di costituirsi in comitato e che ha iniziato a lavorare con dedizione e passione per riuscire a completare quella che inizialmente sembrava una impresa.
“Prendersi cura degli ambienti che fanno parte della nostra storia è un compito importante – ha detto mons. Nerbini, rivolgendosi alla comunità di Narnali presente alla inaugurazione –; la restituzione che siete riusciti a compiere dimostra che siete una comunità viva. Grazie per quello che avete fatto”. Di “luogo iconico per la comunità di Narnali” ha parlato il sindaco Matteo Biffoni. Vescovo e sindaco hanno osservato come questo risultato rappresenti “un modello da raccontare per tutti coloro che hanno luoghi del cuore da recuperare e valorizzare”.
Il progetto per il restauro del chiesino è stato seguito da Gabriele Nannetti per la parte architettonica e Lia Brunori per gli apparati decorativi. Progetto e direzione dei lavori sono di Nicola Ricchiuti e Raffaele Tanzarella con la collaborazione dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Prato. Hanno curato la parte impiantistica Luciano Perone e Giovanni Piero Paolo Hyeraci, le opere edili la ditta Sarti, il restauro e consolidamento degli apparati decorativi e pittorici l’Associazione di Vainella con le restauratrici Alexa Ciardi, Letizia Langianni e Desiré Maddalena.
Ha spiegato Raffaele Tanzarella: “L’intervento è stato funzionale e conservativo, in stile Stazione Leopolda, ma siamo anche riusciti a far riemergere alcuni affreschi. La cifra complessiva spesa è stata di 288.700 euro che è stata coperta per la parte più importante dalla Cei, 150mila euro grazie all’otto per mille alla Chiesa cattolica; il resto l’hanno pagato la parrocchia, che ha preso anche un mutuo, la diocesi, la Fondazione Cassa di Risparmio, Estra (che ha regalato l’impianto di riscaldamento), il Comitato per il recupero dell’antico chiesino di Narnali e tanti cittadini che hanno portato offerte anche importanti”.
“L’ambiente non sarà utilizzato solo come chiesa, ma anche per incontri, concerti, mostre”, ha annunciato don Bruno Martini.