(da Bucarest) In Romania, ogni quattro minuti muore una persona a causa del coronavirus. Il Paese è devastato dalla pandemia e ha chiesto ufficialmente aiuto internazionale, sollecitando medicine, attrezzature, personale medico per trattare i pazienti in stato grave, malati di Covid-19. Per far fronte al grande numero di decessi, il Patriarcato ortodosso romeno ha messo a disposizione delle autorità civili le proprie cappelle mortuarie su tutto il territorio della Romania. Gli specialisti considerano che la crisi sanitaria sia dovuta alla scarsa percentuale di popolazione vaccinata, solo il 30%, perché il 93% dei deceduti non sono vaccinati. Il patriarca Daniel, della Chiesa ortodossa romena, ha rivolto i giorni scorsi un appello: “la vita e la salute sono dono di Dio che dobbiamo custodire e coltivare rispettando rigorosamente i consigli dei medici e le misure sanitarie decise dalle autorità competenti”. A sua volta, il cardinale greco-cattolico Lucian Mureșan ha affermato, in un messaggio, che “la Chiesa sostiene la difficile missione delle autorità civili per mettere fine alla pandemia” e ha incoraggiato i fedeli “a vaccinarsi e a rispettare tutte le misure sanitarie necessarie”. Da qualche giorno è a Bucarest una delegata dell’Organizzazione mondiale della salute, Heather Papowitz, che offre il suo appoggio alle autorità romene per fronteggiare la crisi sanitaria. Da oggi, in Romania è stato istaurato lo stato di emergenza per trenta giorni, che impone varie restrizioni alla popolazione non vaccinata, al mondo del lavoro, al settore commerciale e alle strutture amministrative, e chiude le scuole per due settimane. Con le restrizioni e un numero sempre più grande di persone che scelgono di vaccinarsi – negli ultimi tre giorni sono oltre 360mila le dosi amministrate –, le autorità romene sperano di arrivare al più presto d un miglioramento della situazione sanitaria.