Don Piero Sortino, parroco a Palagonia, risponde al telefono mentre sta liberando i locali parrocchiali dall’acqua che si è infiltrata. Don Franco Messina, parroco a Scordia, racconta la disperazione delle persone che abitano nella località in provincia di Catania, la più colpita dall’alluvione che si è abbattuta nelle scorse ore sulla Sicilia, dove un uomo è stato trovato morto e la moglie al momento risulta dispersa.
A Scordia le case sono allagate, fiumi di fango trascinano via le auto. “Tante famiglie avevano sistemato i locali e ripreso a lavorare da poco, dopo l’alluvione di tre anni fa – dice al Sir don Messina -. Le persone sono disperate, c’è bisogno di mani, di aiuto. Dopo la scorsa alluvione abbiamo sostenuto alcune famiglie, adesso vediamo con la diocesi cosa possiamo fare. Le nostre chiese sono poverissime. A stento riusciamo a pagare la luce. Mentre i danni sono enormi ai negozi, alle casa. È il momento di capire cosa dobbiamo realmente fare non solo a livello diocesano ma anche civile”.
L’alluvione ha colpito anche Palagonia, dove i danni sono stati meno ingenti. Garage e case allagate e qualche strada interrotta, alcuni muretti crollati. “Un salone parrocchiale nella chiesa di San Sebastiano si è riempito d’acqua. Siamo qui a raccogliere l’allagamento – riferisce don Sortino -. Da tanti anni ormai il nostro sistema di prevenzione non funziona. Si va avanti per emergenze, non per previgenze. Si sa quali sono i territori a rischio idrogeologico e franoso ma non si puliscono i canaloni e non si diserba. A ciò si somma l’incuria dell’uomo che concorre in queste situazioni. Manchiamo di programmazione, di profezia”.