Settimana sociale: card. Bassetti, a Taranto “non un convegno, ma una piattaforma per avviare processi”. “Non si può seguire il Vangelo senza custodire la terra”

Foto Calvarese/SIR

(da Taranto) “Carissimo vescovo Filippo, grazie per la tua accoglienza generosa e fraterna”: all’inizio dell’omelia della messa conclusiva della Settimana sociale dei cattolici italiani, celebrata (in diretta televisiva) presso la concattedrale di Taranto, il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha innanzitutto ringraziato l’arcivescovo della città jonica, mons. Filippo Santoro, che ha anche presieduto in questi anni il Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali. “La pagina del Vangelo – ha affermato il porporato riferendosi alla lettura della liturgia – ci ha mostrato cosa accade quando permettiamo che il Signore entri nelle nostre città e ci incontri lì dove siamo, nelle case e sulle strade. Gesù, come apprendiamo dall’evangelista Luca, doveva essere appena uscito dalla casa di Zaccheo, ed ecco che ora, lasciando Gerico per continuare il viaggio verso Gerusalemme, il suo cammino è interrotto dal grido di un mendicante. Mentre molti rimproveravano Timèo per farlo tacere, Gesù invece ascolta la sua preghiera: si ferma, lo chiama, e quel cieco ritorna a vedere”. Bassetti ha osservato: “la città dove si è celebrata questa 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani, Taranto, non è poi così diversa da Gerico: è una delle tante città di questo mondo mediterraneo, dalle quali si alzano ancora le grida di uomini e donne che chiedono aiuto. Ecco perché abbiamo voluto che questo evento così importante per la Chiesa e la società italiana si tenesse nella ‘città dei due mari’: perché qui si tocca con mano quanto sia difficile scegliere tra salute e lavoro”.
“Questa splendida città, e la nostra società, soffrono però non solo di una crisi ambientale, ma anche di una crisi sociale: due crisi strettamente legate tra loro”. Dopo aver citato la Laudato si’, il presidente della Cei ha aggiunto: “Che cosa abbiamo cercato di fare in questi giorni? Non un convegno, ma una piattaforma di partenza per dare speranza e avviare dei processi. In questi giorni, abbiamo compreso ancor di più la complessità dei problemi, ma anche segnalato quei modelli praticabili, quelle buone pratiche, che producono soluzioni. Soprattutto, e grazie al magistero sociale della Chiesa e alle due encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti, abbiamo capito che non si può scindere l’essere cristiani dal rispetto per il Creato; non si può pensare di seguire il Vangelo, se non custodendo la nostra terra; non si può far finta che l’economia vada per conto proprio, mentre la vita di fede è un’altra cosa”.

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