(da Taranto) “Benvenuti nella Centrale del latte, azienda nata nel 1951 per volere del principe feudatario Romanazzi Carducci che penso alla sua popolazione, rilevata un anno fa da me che da subito ho sentito la responsabilità di questi 70 anni di storia”. Queste le parole con le quali Vincenzo Fanelli ci accoglie a Taranto nell’azienda che ha rilevato dal fallimento e che spera di risollevare con la qualità ed investendo sul territorio pugliese. “Il sogno imprenditoriale è quello di creare un’azienda simbolo del territorio che diventi successo del territorio nel food”, aggiunge il giovane imprenditore tarantino che ha deciso di investire in un latte di qualità, certificato attraverso la ricerca scientifica ed il controllo dell’Università di Bari e gli allevamenti che puntano al benessere degli animali. “Siamo partiti dalla piccola produzione, dando importanza al piccolo negoziante che abbiamo aiutato con l’innovazione”, spiega Fanelli che, mentre spiega il servizio di prenotazione del latte appena munto attraverso un’applicazione, sorride pensando all’idea di poter scrivere sulla bottiglia di vetro consegnata all’acquirente, anche il nome della mucca da cui arriva. “Ci scontreremo molto con la transizione ecologica, ma solo se tutti i giorni prenderemo scelte coraggiose avremo la possibilità di riqualificare la nostra immagine. Noi che abbiamo a cuore la nostra terra dobbiamo impegnarci”, dichiara il proprietario della Centrale del latte Puglia, riferendosi al problema ambientale che interessa Taranto, per il quale ritiene importante investire nel proprio territorio per aumentarne la qualità della vita di tutti: “Vivere da soli non è bello”. “Questa azienda nasce con molti ideali, come ad esempio il fatto che sia una società benefit che si impegna ad investire una parte dei profitti nel territorio in riqualificazione e terzo settore”, racconta Vincenzo Fanelli che conclude: “Penso che Taranto sia una città che offre una qualità della vita altissima ma è ovvio che bisogna avere anche un lavoro per avere un’alta qualità della vita”.