(Strasburgo) Con cinque minuti di anticipo sul programma si è conclusa l’assemblea plenaria della Conferenza sul futuro dell’Europa nell’emiciclo del Parlamento europeo a Strasburgo. L’ultima parola ai tre copresidenti, che hanno fatto un bilancio positivo della giornata: “Uscire dalla bolla di Bruxelles era l’obiettivo di questa conferenza. Penso siamo partiti bene. I dibattiti e le deliberazioni aumenteranno con il passare nel tempo. Prendere i cittadini sul serio è il nostro obiettivo”, dice la vicepresidente della Commissione Dubravca Suica; “possiamo continuare con ottimismo nelle nostre attività future”. Anche per il ministro sloveno Gasper Dovzan c’è stato “un grande scambio con i cittadini” e nel suo bilancio cita tre cose positive: “le critiche” ma “rifletteremo su alcune cose per migliorare il processo nel futuro”; la seconda è la piattaforma digitale della Conferenza, che però dovrà migliorare, nel coinvolgimento di persone sottorappresentate, come le donne; terzo elemento positivo il fatto che “siamo riusciti ad includere i Balcani occidentali, dal momento che tutti siamo d’accordo che sono parte dell’Europa e possono dire la loro riguardo il futuro”. La terza l’assemblea plenaria sarà il 17-18 dicembre e funzionerà in modo un poco diverso, ha spiegato Guy Verhofstadt: “Ci saranno le relazioni da due dei panel tematici, con un tempo importante per le presentazioni e per il confronto e il dialogo tra le diverse componenti della plenaria”. Lo stesso esercizio si ripeterà nelle plenarie di gennaio per i panel 3 e 4. Non così positivo il bilancio tracciato dai cittadini: dopo che l’assemblea è stata sciolta, al centro dell’emiciclo sono rimasti loro, ad esprimere la propria delusione ai membri del segretariato che affiancano la loro partecipazione. È “frustrante non riuscire a trovare il modo di esprimere le nostre idee. Ci è sembrato che questa fosse una parata di discorsini preconfezionati da parte dei politici senza un reale scambio”, riferisce al Sir Laura Maria Cinquini, 23 anni, di Prato, una degli “ambasciatori” dei forum. “A noi è stato sempre detto che i cittadini sarebbero stati al centro e ascoltati” e invece la distribuzione degli interventi tra le componenti della plenaria ha fatto sì che il tempo di parola dei cittadini sia stato complessivamente molto inferiore di quello dei rappresentanti politici. “Loro in due minuti dovevano dire quanto è bello questo evento partecipativo, mentre i cittadini nello stesso tempo dovevano riassumere l’esito dei lavori dei panel, senza essere preparato a parlare in pubblico”, continua Laura Maria, e “abbiamo saputo solo ieri come si sarebbero svolti i lavori”. “Ci è stato detto che dobbiamo avere pazienza. Noi speriamo sia così, però questa sessione non è stata partecipativa in senso proprio”. Ciononostante “vale la pena provare. È la prima volta per tutti, è la prima plenaria del genere. Dobbiamo aspettare la fine del processo per maturare una opinione chiara al riguardo”.