49ª Settimana sociale: Ruggieri (Giustizia per Taranto), “Taranto è una realtà che si fa prima a nascondere sotto il tappeto”

Foto Calvarese/SIR

(da Taranto) “Non ci articoliamo solo nella denuncia rispetto alla questione dell’inquinamento Tarantino, ma anche nel cercare di dare voce alle potenzialità alternative della città”. Sono le parole di Massimo Ruggeri, presidente di “Giustizia per Taranto”, associazione politico-culturale che oggi conta circa 200 soci, nata dopo una manifestazione del 2017 proprio in piazza Marconi dove oggi sorge la sede e che, come si legge sul loro sito internet, è basata sui valori della giustizia ambientale, della giustizia sociale e della partecipazione quale strumento per favorire democrazia e inclusione. “Emancipare la città di Taranto dai drammi che la attanagliano”, questa il filo conduttore dell’operato associazionistico sottolineato dal presidente che, rispetto a quanto proposto da loro ed altre associazioni in un “Piano Taranto” che si basa anche su una ricerca del 2016 di Confindustria, ritiene di nessun senso tutto quanto si sta facendo per salvare il siderurgico, “noi proponiamo che su Taranto venga messo in atto il modello della Ruhr, cioè una programmazione di una riconversione integrale dell’economia della città. Visto che da quella fabbrica non se ne ricava più né occupazione, ne economia, ma soltanto i drammi residui”. L’associazione propone un modello di sviluppo che, con un investimento inferiore a quello previsto per salvare la fabbrica, creerebbe un vantaggio per Stato e territorio.

“Più attenzione c’è attorno al problema, meglio è. Perché a Taranto, soprattutto negli ultimi mesi con il silenzio che verte sulla questione ambientale, sentiamo la necessità che se ne continui a parlare perché l’impressione è quella che in Italia si pensi che problema si è risolto. Il problema di Taranto non è assolutamente risolto e semmai questo silenzio istituzionale lo sta proprio a sottolineare”, commenta così la Settimana sociale che si sta svolgendo nella città pugliese “un evento così importante, che si è ritenuto di fare nella città più inquinata d’Italia, è finalmente un segno che noi accogliamo con grande favore, e attendevamo, anche perché Taranto è una realtà che si fa prima a nascondere sotto il tappeto”. L’ultimo pensiero è per Giorgio Di Ponzio, il ragazzo di 15 anni morto il 25 gennaio 2019 per un sarcoma ai tessuti molli, il cui murales è stato realizzato dallo street artist Jorit nel quartiere Tramontone di Taranto. “Giorgio È sicuramente un emblema di tutte le perdite, di tutti i drammi che contiamo in città. La sua figura è rappresentativa di tutte le sofferenze. Si muore di tanto, di tutto e troppo in questa città. Giorgio, grazie alla forza dei suoi genitori, rappresenta il simbolo dei nostri drammi ma anche la nostra volontà di riscatto”.

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