(da Taranto) Per camminare con audacia su sentieri di speranza, il terzo cartello stradale è l’obbligo di svolta. “Lo invocano il grido dei poveri e quello della Terra”, scrive il Papa nel messaggio per la 49ª Settimana sociale, che si apre oggi a Taranto sul tema: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. Tutto è connesso”. “La speranza ci invita a riconoscere che possiamo sempre cambiare rotta, che possiamo sempre fare qualcosa per risolvere i problemi”, ribadisce Francesco, che cita don Tonino Bello, “profeta in terra di Puglia”, il quale amava ripetere: “Non possiamo limitarci a sperare. Dobbiamo organizzare la speranza!”. “Ci attende una profonda conversione che tocchi, prima ancora dell’ecologia ambientale, quella umana, l’ecologia del cuore”, la proposta del Papa, secondo il quale “la svolta verrà solo se sapremo formare le coscienze a non cercare soluzioni facili a tutela di chi è già garantito, ma a proporre processi di cambiamento duraturi, a beneficio delle giovani generazioni”. “Tale conversione, volta a un’ecologia sociale, può alimentare questo tempo che è stato definito di transizione ecologica – la tesi di Francesco – dove le scelte da compiere non possono essere solo frutto di nuove scoperte tecnologiche, ma anche di rinnovati modelli sociali. Il cambiamento d’epoca che stiamo attraversando esige un obbligo di svolta”. “Guardiamo, in questo senso, a tanti segni di speranza, a molte persone che desidero ringraziare perché, spesso nel nascondimento operoso, si stanno impegnando a promuovere un modello economico diverso, più equo e attento alle persone”, l’omaggio del Papa: “Ecco, dunque, il pianeta che speriamo: quello dove la cultura del dialogo e della pace fecondino un giorno nuovo, dove il lavoro conferisca dignità alla persona e custodisca il creato, dove mondi culturalmente distanti convergano, animati dalla comune preoccupazione per il bene comune”.