Sono stati resi noti ieri i risultati di un’indagine Eurobarometro voluta dalla Commissione europea per verificare la situazione dei cosiddetti “affitti a breve termine”. La Commissione sta infatti valutando la necessità di nuove misure normative per questo settore, valutazione a cui contribuirà anche una consultazione pubblica in corso in queste settimane. Di fatto emerge che da un lato questa forma di locazione migliora l’offerta di servizi turistici nell’Ue, ma ha ricadute non così positive sul più ampio contesto del comparto e delle comunità. Serve “uno sviluppo equilibrato del settore degli affitti di alloggi a breve termine”, dice una nota da Bruxelles, e che mantenga queste opportunità, evitando però che questo vada a discapito della disponibilità di alloggi, costo degli affitti, vita e vitalità dei centri urbani. È il 25% degli europei a usare le piattaforme di affitti a breve termine e per l’89% è esperienza positiva. Apprezzati sono i prezzi migliori (63%), strutture migliori (49%) e posizioni migliori (43%) che si riescono ad ottenere in questo modo. Per il 42% degli intervistati però il retro della medaglia sono prezzi più alti e pressione sulla disponibilità di alloggi. I dati relativi all’Italia mostrano che il 79% degli intervistati non ne ha mai fatto uso, il 16% lo usa soprattutto perché costa meno (46%) e risponde meglio alle esigenze personali (44%).