“Occorre mostrare ai giovani la scienza come impresa umana, fatta di successi e insuccessi, capace di imparare dai suoi stessi errori. Ma impresa mossa dall’amore alla verità e attratta dalla bellezza. E occorre aiutarli a distinguere la vera scienza, con i suoi canoni di rigore metodologico, di riproducibilità e di universalità di linguaggio, da ciò che scienza non è, perché segue strategie di interesse e di parte”. Lo afferma in un’intervista al Sir don Giuseppe Tanzella-Nitti, astronomo e docente di Teologia fondamentale presso la Pontificia Università della Santa Croce (Pusc). Domani verrà presentata in diretta You Tube la piattaforma didattica e culturale Disf Educational per docenti e studenti promossa da disf.org , Centro di documentazione interdisciplinare di scienza e fede della Pusc e sostenuta dall’Ufficio nazionale Cei per l’educazione, la scuola e l’università. “Ci siamo resi conto – spiega il teologo e coordinatore del progetto – che il mondo della scuola aveva bisogno di uno strumento dedicato, che traesse vantaggio dal materiale e dall’esperienza di disf.org, ma proponesse contenuti più accessibili e attraenti, fruibili anche nelle aule. Da questa idea e da questa esigenza è nato Disf-Educational, diretto alle scuole medie superiori, ma impiegabile, in buona parte, anche dai docenti delle medie inferiori”.
Quattro nuove rubriche, per un totale di oltre 1000 pagine originali. Spicca una rubrica di “Grandi domande” che vuole intercettare gli interrogativi sul rapporto fra scienza e società, scienza ed etica, fra risultati scientifici e visione filosofica e religiosa del mondo. “Domande sul presente e sul futuro, quello che costruirà chi oggi siede sui banchi di scuola”, chiosa Tanzella-Nitti secondo il quale “oggi abbiamo bisogno di profondità e di precisione”. I giovani, in particolare, “si fanno grandi domande, ma l’ambiente circostante non le raccoglie, non li aiuta a svilupparle. Interessa fare dei giovani soprattutto dei consumatori”. Di qui l’incoraggiamento a “volare alto”. “Proponiamo ai ragazzi, come Ulisse, di avventurarsi nel mare della conoscenza”.