Anche il mondo universitario che anima la città di Taranto guarda alla Settimana sociale con curiosità ed interesse, come racconta al Sir Riccardo Pagano, direttore del “Dipartimento Jonico in Sistemi giuridici ed economici del Mediterraneo: società, ambiente, culture” dell’Università degli studi di Bari “Aldo Moro” con sede nell’ex caserma Rossaroll ed ex convento di San Francesco, palazzo storico ristrutturato in piena Taranto vecchia. “L’università è presente in tutte queste manifestazioni con una propositività sempre critica ma anche molto attiva. Quindi la Settimana sociale non può che essere un altro elemento importante per ricostituire quel senso di comunità che purtroppo per tanti anni è stato smarrito nella società tarantina. Quindi tutto questo sicuramente non può che contribuire a una ripresa di quel senso di comunità di cui la città ha estremo bisogno”, afferma Pagano che racconta la genesi del Dipartimento Jonico da lui diretto, uno dei 23 dipartimenti dell’Università degli studi di Bari. “È stata una scelta politica, quella di venire nella città vecchia, nel periodo forse più difficile della città di Taranto, quando Taranto aveva un gravissimo dissesto finanziario”, precisa il direttore del Dipartimento Jonico che prosegue: “Noi abbiamo fatto come università questa scelta coraggiosa, che poi nel corso degli anni ha ripagato, per la stessa città che adesso vede nella città vecchia un luogo da dove poter rinascere”.
Una città lacerata per le vicende industriali ed ambientali che hanno causato molti problemi anche ai giovani. “Con una grande industria in crisi, con problemi legati all’ambiente ed all’inquinamento, i giovani tentano di andare via se possibile. Il nostro compito qui in città è proprio quello di cercare di trattenere il più possibile i giovani, che poi possano rimanere sul territorio per diventare per il territorio stesso un valore aggiunto con le loro professionalità”, dichiara Pagano, orgoglioso dell’operato dell’università. “Questo sta già avvenendo in un certo qual modo, perché molti nostri giovani, dopo la laurea e dopo il dottorato di ricerca, sono entrati a far parte dell’amministrazione comunale o in altre aziende. Questo vuol dire che c’è un ritorno concreto sulla città da parte di questi giovani che hanno deciso di scommettere di rimanere a Taranto. E questo è un fatto sicuramente positivo”.