“Nesciune nasce ‘mbarate” recita un cartello tra le vie di Taranto, città che accoglie la 49ª Settimana sociale, che in dialetto locale spiega come “nessuno nasce imparato”. Il sapere è anche il motivo per cui all’interno del Dipartimento Jonico in sistemi giuridici ed economici del Mediterraneo: società, ambiente, culture dell’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, uno degli impegni ritenuti rilevanti è proprio quello della “Terza missione”, un progetto di sviluppo sociale che inizia già dalla scelta della sede della facoltà simbolo di ristrutturazione, l’ex caserma Rossaroll in piena Taranto vecchia. “Quando si pensa all’università, ci si limita ad intenderla come un’equazione perfetta, un legame tra formazione ed attività di ricerca scientifica, ma l’università è anche qualcos’altro”, le parole di Maria Casola, docente dell’Università di Bari e delegata alla Terza missione – Public Engagement. “La Terza missione rappresenta per il mondo accademico un vero e proprio compito: mettersi al servizio del territorio a beneficio della comunità tutta. Una serie di attività che mirano non soltanto alla valorizzazione economica della conoscenza, ma anche attività che senza scopo di lucro tengano conto dei bisogni della società”, prosegue Casola che spiega il ruolo dell’università in questo ambito: “l’università non è soltanto equazione perfetta tra attività didattica e ricerca scientifica, ma rappresenta anche per il mondo accademico un forte impegno di responsabilità sociale di restituzione verso il territorio di ciò che si realizza all’interno dell’università”.
Uno degli esempi di questo genere che si è sperimentato a Taranto, attraverso un’attività che l’università ha realizzato a stretto contatto con il territorio, è la collaborazione-partenariato con un progetto realizzato assieme all’associazione “Giustizia per Taranto”, che si poneva come obiettivo la riqualificazione di piazza Marconi. “La particolarità di questo percorso è che non si è limitato esclusivamente ad una riqualificazione di una piazza con una serie di attività, ma ha portato alla stesura, ascoltando la voce dei cittadini, del nuovo Regolamento di gestione e amministrazione dei beni comuni di Taranto”, conclude Maria Casola.