Inizia oggi il seminario “Amazzonia e cambiamento climatico”, che si protrarrà fino a sabato 23 ottobre. L’incontro si tiene nel campus dell’Università Federale del Pará, a Belem, Amazzonia brasiliana, con una modalità mista (200 persone in presenza e altre collegate virtualmente. Si tratta della prima tappa verso il Forum sociale panamazzonico (Fospa), che si riunirà a Belém nel luglio 2022. All’incontro partecipa anche la Rete ecclesiale panamazzonica (Repam). Tra i presenti il provinciale dei comboniani in Brasile, padre Dario Bossi, tra i referenti della Repam, che sarà mediatore del circolo su “Cambiamento climatico e difesa dei territori. L’incontro, ha dichiarato padre Bossi al sito della Repam, mira a “mostrare al mondo che i popoli dell’Amazzonia hanno una voce molto chiara riguardo al ruolo guida dell’Amazzonia nel mantenimento dell’equilibrio climatico e della biodiversità nel mondo e vogliono essere ascoltati nell’arena internazionale”. Secondo il religioso, “c’è la consapevolezza che l’Amazzonia è nel momento più critico della sua esistenza, a rischio di sopravvivenza e possibilità future”. In questo contesto, “Il pericolo è offrire soluzioni false o dettate da interessi alla Cop-26″. In questo senso, afferma che c’è “la convinzione che i primi che possono indicare più profondamente percorsi per la conservazione e il ripristino della foresta, sono i popoli che la abitano”. Le conclusioni dell’incontro saranno raccolte in una lettera che verrà letta durante l’Assemblea Mondiale dell’Amazzonia, il 9 novembre, nell’ambito della Cop-26, alla quale parteciperà il card. Pedro Barreto, presidente della Repam. La lettera presenterà richieste nella lotta alla deforestazione e pressioni per il boicottaggio dei prodotti che sono il risultato della deforestazione.