Il traffico illecito dei rifiuti è diventata una delle principali attività delle organizzazioni criminali per un valore che sfiora i 20 miliardi e un impatto devastante sull’ambiente e sulla vita delle persone e delle imprese. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’inchiesta Malapigna, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, che coinvolge 29 persone accusate anche di disastro ambientale fra cui i vertici del clan Piromalli della ‘ndrangheta. Si conferma dunque che le attività nei comparti dell’ambiente a dell’agroalimentare sono diventate con la crisi – osserva Coldiretti – settori privilegiati di investimento per le organizzazioni criminali che, dal traffico e lo smaltimento dei rifiuti fino al controllo delle attività di distribuzione del cibo, controllano ormai vaste aree distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, resa peraltro più vulnerabile dalla pandemia. Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione le agromafie impongono l’utilizzo di specifiche ditte di trasporti, o la vendita di determinati prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della mancanza di liquidità, arrivano a rilevare direttamente grazie – conclude la Coldiretti – alle disponibilità di capitali.