Secondo il Rapporto stilato sulle “Cause di morte” pubblicato in Australia, durante il periodo che va dal 2016 al 2020, il suicidio è stata la principale causa di morte per i bambini aborigeni e abitanti delle isole dello Stretto di Torres di età compresa tra i cinque e i 17 anni. Solo nello scorso anno, nel Queensland, 70 minori aborigeni (di età compresa tra 5 e 17 anni) si sono tolti la vita. È la più alta cifra registrata in qualsiasi altro Stato e rivela come in tutta l’Australia il suicidio giovanile è la prima causa di morte tra i giovani indigeni. In tutto il Paese, sempre lo scorso anno, sono stati 223 i giovani indigeni a togliersi la vita. Secondo il presidente del Catholic Social Services Australia, Francis Sullivan, i dati sono “un atto d’accusa contro l’intera nostra comunità”. “Gli indigeni ci stanno dicendo qualcosa e noi dobbiamo ascoltarli”, ha detto Sullivan. Nella sola comunità di Cherbourg, a 240 chilometri a nord ovest di Brisbane, 10 persone, per lo più giovani, si sono tolte la vita nell’ultimo anno. “Mentre le cause del suicidio indigeno condividono alcune somiglianze con il resto della popolazione, tra cui malattie mentali non trattate, traumi da abuso infantile e abuso di sostanze, le popolazioni indigene subiscono anche la devastazione causata dalla perdita di terra e cultura, traumi transgenerazionali, razzismo e esclusione sociale”, ha osservato Sullivan. Due anni fa, Gracelyn Smallwood, eminente accademica di salute indigena, professoressa di infermieristica e ostetrica alla Central Queensland University, ha descritto il suicidio tra i giovani indigeni come un “comportamento normalizzato”, una tragedia che da tempo richiede un dibattito nazionale. C’è da dire comunque che il governo federale ha lanciato una nuova campagna di sensibilizzazione, “Fai un passo”, ideata e sviluppata da giovani indigeni australiani con lo scopo e la speranza di ridurre il suicidio giovanile. Incoraggia i giovani a riconoscere quando potrebbero aver bisogno di supporto ed esplorare le cose pratiche che possono fare per migliorare la loro salute mentale. Il ministro per gli indigeni australiani, Ken Wyatt, ha affermato che ridurre il suicidio giovanile nelle comunità aborigene e delle isole dello Stretto di Torres è una delle massime priorità del governo.