Abusi: card. Grech, “per molte vittime una parola che ferisce è un male ancora più grande”

“Una buona comunicazione non può nascere che dall’ascolto, e un buon comunicatore non può non essere un esperto nell’arte dell’ascolto”. Lo ha detto il card. Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, intervenuto alla presentazione del libro del vaticanista Ary Waldir Ramos Diaz, “Siate autentici! Con Papa Francesco per migliorare le nostre relazioni e la nostra comunicazione” (Edizioni Lavoro), svoltasi questo pomeriggio nella Sala Marconi della Radio Vaticana. “Un comunicatore autentico, che ha colto l’autenticità non solo della comunicazione, ma anche della persona stessa del Santo Padre”, l’omaggio del cardinale all’autore del libro. “Non è un caso che il Papa abbia scelto di dedicare il primo anno del Sinodo all’ascolto, e che abbia scelto questo tema anche per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali”, ha fatto notare il porporato: “Come scrive Papa Francesco nell’Evangelii gaudium, ascoltare è più che sentire, perché è un’arte, un esercizio non solo della mente ma anche del cuore. Ascoltare è riconoscere nell’altro me stesso, è una kènosi, uno svuotamento che mi permette di riconoscere nell’altro un fratello, una sorella, una persona che ha la mia stessa dignità, qualunque sia la sua appartenenza culturale, sociale, politica, religiosa”. Senza ascolto, il monito di Grech, la comunicazione diventa “un parlare travisato, poco attento e molto dannoso, come è accaduto nella grave crisi degli abusi, a cui si è aggiunto un altro abuso, un’altra sofferenza: quella di una parola che ferisce piuttosto che guarire. Per molte vittime questo è un male ancora più grande”. Per Papa Francesco, invece, “il dialogo comincia dall’ascoltare con pazienza le ragioni dell’altro”: in questa prospettiva, secondo il cardinale, “il Sinodo può essere un kairòs, un tempo opportuno di guarigione delle ferite che ci portiamo nelle nostre comunità ecclesiali”. “Aiutateci ad ascoltare tutti”, l’appello finale: “specialmente chi è stato ferito da una Chiesa sorda e muta”.

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