Usura: mons. Battaglia (Napoli), “in gioco la dignità delle persone. Sentire la responsabilità di pensare a percorsi nuovi”

Il prestito a usura “annulla la dignità e cancella il futuro delle persone”. Le Fondazioni antiusura da 25 anni operano “come ospedali da campo rivolti a sottrarre le vittime dalla tirannia del denaro”. Negli anni “sono cambiati i volti dei carnefici e delle vittime”, per cui anche la legge n. 108/1996, che venticinque anni fa istituiva il Fondo di solidarietà per le vittime dell’usura e il Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura, con lo scopo “di supportare, per un verso, soggetti già vittime di usura (Fondo di solidarietà) e, per un altro, soggetti vulnerabili dal punto di vista finanziario e dunque a rischio di cadere nella rete degli usurai”, “necessita di una revisione”. A causa della normativa obsoleta e delle lungaggini burocratiche “le vittime di usura sono lasciate sole per troppo tempo, da quando sporgono denuncia sino al momento in cui arrivano i fondi statali”. Sono “necessari nuovi percorsi e nuove alleanze per arginare un sistema malato e complesso quale è il prestito illegale dell’usura”. Sono alcuni dei temi emersi nell’ambito dell’assemblea ordinaria delle Fondazioni associate alla Consulta nazionale antiusura San Giovanni Paolo II e del convegno “Prevenzione del sovraindebitamento e dell’usura e solidarietà alle vittime: è tempo di osare” che si sono svolti a Napoli, nel fine settimana.
“Il contrasto all’usura è una questione di libertà perché chi è strangolato dai debiti non è libero, non è libero chi è costretto a subire tempi infiniti in attesa della concessione di un finanziamento o per la ristrutturazione di un mutuo così come non è libero chi stremato passa notti insonni cercando una soluzione perché non ha più accesso al credito bancario”, ha dichiarato l’arcivescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia. Rivolgendosi alle Fondazioni, che ha definito “strumenti di libertà”, il presule ha evidenziato: “È in gioco la dignità delle persone che è violentata e deturpata per cui occorre sentire forte la responsabilità di pensare a percorsi nuovi, di chiedersi cosa altro si possa inventare perché questi fenomeni sono in continua evoluzione e tutti siamo chiamati ad analisi sempre attuali”.

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