Cammino sinodale: vescovi Paesi nordici, lettera pastorale congiunta ai fedeli. “Come contribuisco io a una Chiesa in amore e unità?”

“Il concetto di sinodalità è stato oggetto di molta attenzione negli ultimi anni, usato per motivare delle iniziative che sono fonte di speranza per alcuni e per altri fonte di ansia”. Questo il motivo per cui i vescovi dei Paesi nordici hanno scritto insieme una lettera ai fedeli per spiegare il senso di questo “cammino che si percorre insieme”. “Il camminare in sé non ha un valore proprio in se stesso, occorre avere una meta, un obiettivo”, scrivono i vescovi, che affermano: “La sinodalità più importante è il nostro cammino insieme a Cristo quando cerchiamo di essere fedeli al suo insegnamento e al suo esempio”. E la domanda di fondo della riflessione sinodale quindi deve essere: “Dove stiamo ora noi in questo comune impegno a concentrarci su Cristo?”. La meta: “Essere il tempio dello Spirito Santo, rendere la Chiesa un tabernacolo degno della presenza irradiante e salvatrice di Dio, l’unità con Dio insieme ai santi per l’eternità”. “È facile formulare pensieri su cosa gli altri devono fare”, scrivono ancora i vescovi, “concentrare la propria attenzione sulle persone, strutture, abitudini e consuetudini”. Invece la domanda deve essere: “Come contribuisco io a una Chiesa in amore e unità? Sono fedele io ai comandamenti di Cristo?”. Di qui l’esortazione dei vescovi a usare “quest’occasione per approfondire la nostra fede, rafforzare la nostra speranza e rendere efficace il nostro amore”, sapendo che “la nostra fede non si può ridurre ad un modello di una società perfetta, di giustizia e pace, a una serie di risposte convincenti alle difficili domande della vita”, ma è una vita “trasformata in Cristo, convertita a Cristo, liberata dal dominio del peccato”.

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