“Adsumus, Sancte Spiritus” – siamo qui dinanzi a te, Spirito Santo – risuona da ieri anche in tutte le chiese romano-cattoliche e greco-cattoliche della Romania, dopo l’apertura ufficiale del percorso sinodale nelle chiese locali. In tutte le cattedrali cattoliche della Romania i vescovi hanno avviato, con messa solenne, la fase diocesana del sinodo, alla presenza dei rappresentanti del clero, dei religiosi, dei movimenti e associazioni di laici, delle comunità parrocchiali. “Questo sinodo è un invito alla Chiesa di riscoprire la sua natura profondamente sinodale”, ha spiegato il card. Lucian Muresan, arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica romena, in una lettera aperta. Dopo aver spiegato, poi, cos’è la sinodalità e perché essa è importante per la chiesa, il cardinale ha ricordato che “guidati dallo Spirito Santo, tutti insieme formiamo le pietre vive con le quali Dio edifica la Chiesa che desidera per il terzo millennio”. “Dobbiamo sentire questo invito del papa come un’occasione speciale per confrontarci realmente con le realtà pastorali delle nostre comunità e per sentire i fratelli e le sorelle che vivono al di fuori della Chiesa o lontani da essa”, si legge in un messaggio dell’arcivescovo metropolita di Bucarest, mons. Aurel Perca. In alcune diocesi ed eparchie, come a Blaj, Oradea e Timisoara, sono stati istituiti gruppi di lavoro che si sono già incontrati per stabilire i primi passi da fare, nelle altre saranno costituiti nelle prossime settimane. La conferenza episcopale romena e anche alcune diocesi hanno creato su Internet spazi dedicati al sinodo, con informazioni generali, insegnamenti del papa, dettagli sul percorso. I risultati della fase diocesana saranno presentati ai vescovi durante l’assemblea generale della conferenza episcopale, in aprile 2022.