“La Chiesa non è altro che il camminare insieme del gregge di Dio nei sentieri della storia”. Nell’omelia per la messa di inizio del cammino sinodale, mons. Luigi Renna, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, ha citato Papa Francesco, nonché Joseph Doré, l’arcivescovo emerito di Strasburgo, e David Maria Turoldo, per porsi alla scuola del Concilio Vaticano II, l’evento che “ci invita a passare dall’essere una Chiesa che convoca sinodi all’essere una Chiesa che ha uno stile sinodale”. In tale prospettiva, Maria, “Madre ed immagine della Chiesa”, diventa l’icona che illuminerà il cammino sinodale della Chiesa locale: “Maria – ha affermato il vescovo – dopo l’annuncio dell’angelo, alzatasi, si mette in fretta in viaggio verso i monti di Giuda. La giovane madre di Nazareth si mette in piedi, nella postura di chi è risorto perché raggiunto dalla Grazia di Cristo; si mette in cammino con la premura di chi non si lascia vincere dalla pigrizia e dalla paura dei disagi del viaggio; affronta non una strada facile ma montuosa”. Raggiungere Elisabetta, per Maria, significa farsi voce del cantico del “Magnificat”, “il canto della sinodalità – secondo mons. Renna – perché ci fa scoprire che il Signore è presente nelle promesse compiute nella Parola, nei Sacramenti, nella storia delle nostre città, nei poveri, nella nostalgia di casa del figliol prodigo”. Per la diocesi, ha concluso il vescovo, il cammino che si è aperto ieri comporta “la conversione alla sinodalità, la consapevolezza della nostra vocazione, la capacità di ascoltarci reciprocamente coinvolgendo tutti, anche i poveri e i cosiddetti ‘lontani’, quella di fare discernimento animati dallo Spirito”.