“Sinodalità non è confronto tra pareri contrapposti nella ricerca del maggior consenso, ma cammino insieme, nelle modalità proprie a ciascuno, dietro a Gesù, il quale ci invita a consegnare la nostra vita al Padre, come ha fatto lui”. Lo ha ricordato ieri l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, nell’omelia che ha pronunciato durante la celebrazione eucaristica con la quale la Chiesa fiorentina ha dato avvio a tre cammini sinodali.
“Il primo – ha spiegato il porporato – ci unisce a tutte le diocesi del mondo nel dare inizio alla fase diocesana del processo sinodale verso la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che si svolgerà nell’ottobre 2023 e il cui titolo è: ‘Per un Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione’”. “Ci è chiesto un cammino di ascolto e di confronto proprio sulla natura sinodale della Chiesa, cioè sul suo essere un cammino che si fa insieme”, ha osservato l’arcivescovo, aggiungendo che “c’è un secondo processo sinodale che avviamo oggi e questo ci coinvolge con tutte le Chiese del nostro Paese, è il Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia. Lo ha chiesto Papa Francesco, i Vescovi italiani lo hanno approvato e lo vivremo, fino al 2025, in successive fasi”. “La prima – ha evidenziato il card. Betori – sarà una fase anch’essa di ascolto e nei prossimi mesi coinciderà nei contenuti con quelli proposti per il Sinodo dei Vescovi. Andremo poi avanti in questo ascolto nelle Chiese in Italia ancora un altro anno, così da far emergere, nel dialogo tra noi e con il mondo, gli interrogativi che vengono oggi posti alla Chiesa nella sua missione di evangelizzazione e le attese che nella Chiesa e al di fuori di essa si nutrono a riguardo della testimonianza del Vangelo”. Infine, ha proseguito, “con questa celebrazione riprendiamo il nostro Cammino sinodale diocesano, mai interrotto in questi anni, ma necessariamente frenato nelle sue modalità di attuazione a causa della pandemia”. “Proprio dalla prova della pandemia – ha ammonito l’arcivescovo -, dobbiamo riprendere il nostro Cammino con quella maggiore consapevolezza della comune fragilità, della necessità di concentrarsi sull’essenziale, di come vivere le relazioni sia imprescindibile per la cura e la salvezza di ciascuno, tutti valori che ci aiutano a rivedere le nostre priorità e le nostre progettualità”. Betori ha concluso richiamando quanto affermato da Papa Francesco a Firenze nel 2015 sulla necessita di un “umanesimo cristiano che è quello dei ‘sentimenti di Cristo Gesù’ (Fil 2,5)”, indicando tali sentimenti nell’umiltà, nel disinteresse e nella beatitudine. “Il cammino sinodale – ha sottolineato – deve avere al suo centro questo movimento di tutti alla conversione di tutti ai sentimenti di Gesù”.