Salario universale e riduzione della giornata lavorativa. Sono le due misure concrete, “necessarie ma non sufficienti”, indicate questo pomeriggio da Papa Francesco per contribuire a “qualche cambiamento significativo” del modello economico attuale. Nel lungo videomessaggio in spagnolo, in occasione del V Incontro mondiale dei movimenti popolari, il Pontefice ha spiegato che “un reddito minino o salario universale” aiuterebbe “ogni persona” ad “accedere ai beni più elementari della vita”. Per Francesco “è giusto lottare per una distribuzione umana di queste risorse. Ed è compito dei Governi stabilire schemi fiscali e redistributivi affinché la ricchezza di una parte sia condivisa con equità, senza che questo presupponga un peso insopportabile, soprattutto per la classe media” che “quando ci sono questi conflitti, è quella che soffre di più”. Nel ricordare che la riduzione della giornata lavorativa e la conquista delle otto ore non hanno fatto collassare il sistema economico, il Pontefice ha insistito: “Lavorare meno affinché più gente abbia accesso al mercato del lavoro è un aspetto che dobbiamo esplorare con una certa urgenza. Non ci possono essere tante persone che soffrono per l’eccesso di lavoro e tante altre che soffrono per la mancanza di lavoro”. Infine l’appello ad ascoltare la voce delle periferie dalle quali “il mondo si vede più chiaramente”. “Bisogna ascoltare le periferie, aprire loro le porte e permettere loro di partecipare. La sofferenza del mondo si capisce meglio insieme a quelli che soffrono. Nella mia esperienza – ha assicurato Francesco -, quando le persone, uomini e donne, che hanno subito nella propria carne l’ingiustizia, la disuguaglianza, l’abuso di potere, le privazioni, la xenofobia, nella mia esperienza vedo che capiscono meglio ciò che vivono gli altri e sono capaci di aiutarli ad aprire, realisticamente, strade di speranza”.