“Il Sinodo dev’essere per la nostra Chiesa una proposta di verità, di radicalità, di totalità ovvero l’occasione per ritrovare la strada della vita, la vera strada negli impervi sentieri della storia, oggi. Per essere veri, invece, dobbiamo essere attuali; per essere aperti dobbiamo rimanere ancorati a ciò che rimane (cfr. Is 40, 6-8) che è la Parola di Dio”. Così mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, ha annunciato l’apertura della fase diocesana del Sinodo, domani in cattedrale dove presiederà una solenne concelebrazione eucaristica. Il Sinodo, ha aggiunto il presule, è “come il cammino nuovo della nostra chiesa per ritornare a confessare la nostra fede in Cristo”. “La vera Chiesa non nasce organizzativamente ma nella vitale esperienza del Cristo risorto e glorificato. Il Sinodo, infatti, è ritornare ad una fede nuova; è lasciare gli idoli delle nostre sicurezze, le tane dei nostri calcoli, l’esilio delle nostre imboscate o per dirla con la forza dela parola biblica, abbandonare le nostre non poche prostituzioni, cioè i cedimenti, i compromessi del preteso comodo servizio e a Dio e a mammona”. Il Sinodo – ha concluso mons. Savino – non è una parata o come ha detto il Papa ‘una convention ecclesiale ma un evento di grazia’. È, in fondo, un passaggio di Dio. È un tempo forte per le nostre Chiese, tempo di grazia, tempo favrevole. Deve essere per tutti una conversione”.