Oggi l’Unicef, in occasione della Giornata mondiale del lavaggio delle mani-Global Handwashing Day, ricorda che nonostante lavare le mani con sapone sia fondamentale nella lotta alle malattie infettive, compreso il Covid-19, a livello globale circa 3 persone su 10 – ovvero 2,3 miliardi – non possono lavare le mani con acqua e sapone a casa. La situazione è peggiore nei Paesi meno sviluppati, con oltre 6 persone su 10 senza accesso a igiene di base per le mani.
Gli ultimi dati mostrano che dal 2015 sono stati ottenuti diversi progressi. Per esempio, la popolazione globale con accesso a servizi igienici di base per le mani a casa è aumentata da 5 a 5,5 miliardi o dal 67% al 71%. Tuttavia, se le tendenze attuali continueranno, entro la fine del decennio 1,9 miliardi di persone non avranno ancora accesso a servizi igienici di base per le mani.
Secondo gli ultimi dati, “2 scuole su 5 nel mondo non hanno servizi igienici di base con acqua e sapone, con conseguenze su 818 milioni di studenti, di cui 462 milioni che frequentano scuole senza alcun impianto. Nei Paesi meno sviluppati, 7 scuole su 10 non hanno spazi in cui i bambini possono lavare le mani; 1 struttura sanitaria su 3 nel mondo non dispone di strutture per l’igiene delle mani nei punti di cura in cui il paziente, l’operatore sanitario e il trattamento comportano il contatto con il paziente”.
Nei contesti fragili, colpiti da conflitti e negli insediamenti per rifugiati, “1 persona su 5 non ha alcuna struttura per lavare le mani a casa. In 8 Paesi su 20 per i quali l’Unhcr ha dati disponibili, oltre il 30% delle famiglie rifugiate non ha accesso al sapone. A livello globale, gli attuali tassi di progresso devono quadruplicare per raggiungere l’igiene universale entro il 2030. Nei Paesi meno sviluppati, il tasso di progresso dovrebbe accelerare di 10 volte e nei contesti fragili di 23”.
Lavare le mani può prevenire malattie gravi e morte, soprattutto per i bambini: “Ogni giorno oltre 700 bambini muoiono per malattie legate ad acqua e servizi igienico-sanitari non sicuri; una tempestiva igiene delle mani previene fino al 50% delle infezioni prevenibili contratte durante prestazioni di assistenza sanitaria, comprese quelle che colpiscono il personale sanitario”.
“Le azioni globali di risposta alla pandemia da Covid-19 hanno creato un momento senza precedenti per il lavaggio delle mani. Eppure, i progressi rimangono troppo lenti per le comunità più vulnerabili e meno servite – dichiara Kelly Ann Naylor, direttore Unicef per l’acqua e i servizi igienico-sanitari -. Lavare le mani non può essere visto solo come una misura temporanea per contrastare il Covid-19. Ulteriori investimenti di lungo periodo su acqua e servizi igienico-sanitari possono aiutare a prevenire il verificarsi di future crisi sanitarie. Significa anche che meno persone si ammalano di infezioni respiratorie, meno bambini muoiono per malattie diarroiche e più donne in stato di gravidanza e neonati sono protetti da condizioni prevenibili come la sepsi”.