“Nel mese di settembre, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,2% su base mensile e un aumento del 2,5% su base annua (da +2,0% del mese precedente); la stima preliminare era +2,6%”. Lo si legge nel report su “Prezzi al consumo definitivi”, relativi a settembre 2021, diffuso oggi dall’Istat.
“L’inflazione anche nel mese di settembre continua a essere sostenuta in larga parte dalla crescita dei prezzi dei Beni energetici (da +19,8% di agosto a +20,2%) sia della componente regolamentata (da +34,4% a +34,3%) sia di quella non regolamentata (da +12,8% a +13,3%) – spiega l’Istituto nazionale di statistica -. Questi ultimi contribuiscono all’accelerazione rispetto ad agosto, che si deve anche e in misura più ampia ai prezzi dei Beni alimentari (da +0,7% a +1,0%), a quelli dei Beni durevoli (da +0,5% a +1,0%) e a quelli dei Servizi relativi ai trasporti (che invertono la tendenza da -0,4% a +2,0%). Un contributo all’accelerazione dell’inflazione viene anche dai prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,5% a +1,8%)”.
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici “accelerano entrambe rispettivamente da +0,6% a +1,0% e da +0,5% a +1,1%”.
Il calo congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente “alla diminuzione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-3,1%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,5%), in entrambi i casi dovuta per lo più a fattori stagionali; tale dinamica è stata solo in parte compensata dall’aumento dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+0,8%)”.
L’inflazione acquisita per il 2021 è pari “a +1,7% per l’indice generale e a +0,8% per la componente di fondo”.
In particolare, “accelerano i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +0,6% a +0,9%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,4% a +2,6%)”.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) “registra un aumento dell’1,3% su base mensile e del 2,9% su base annua (da +2,5% di agosto), la stima preliminare era +3,0%. La diversa dinamica congiunturale dell’Ipca rispetto al Nic si deve alla fine dei saldi estivi, di cui il Nic non tiene conto”.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, “registra una diminuzione dello 0,2% su base mensile e un aumento del 2,6% su base annua”.
“L’inflazione – commenta l’Istat – continua ad accelerare, portandosi a un livello che non si registrava da novembre 2012. Oltre all’aumento molto ampio dei prezzi dei Beni energetici (sia per la componente regolamentata sia per quella non regolamentata), si registrano accelerazioni della crescita dei prezzi anche in altri comparti merceologici, che spingono l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, all’uno per cento. Anche i prezzi del cosiddetto carrello della spesa accelerano nuovamente, registrando un aumento che rimane però inferiore a quello riferito all’intero paniere”.