Green pass: Puntillo (Acli colf), “molte badanti prive perché vaccinate con Sputnik. Sospensione rapporto di lavoro sarebbe un dramma per le famiglie e per loro”

“Da quando è iniziata la campagna vaccinale, a dicembre 2020, abbiamo fatto presente alle istituzioni l’importanza di immunizzare le assistenti familiari, lavoratrici a stretto contatto con anziani fragili, per mettere in sicurezza se stesse e loro, ma da parte delle istituzioni non c’è stata la dovuta attenzione”. Non usa mezzi termini Giamaica Puntillo, segretaria nazionale di Acli Colf, interpellata dal Sir oggi 15 ottobre, giorno dell’entrata in vigore dell’obbligo di green pass per tutti i lavoratori e quindi anche per le badanti, con il rischio – tra assistenti familiari no vax o che hanno ricevuto il siero Sputnik, non riconosciuto nell’Ue – di corto circuito per un milione di famiglie. “Trattandosi di una questione privata – che pure tocca due aree molto importanti e fragili: da un lato quella degli anziani e delle loro famiglie, dall’altro quella delle assistenti familiari – non è mai stata presa in considerazione; eppure avrebbe anche favorito la regolarizzazione di molti rapporti di lavoro”, sottolinea Puntillo. Per la segretaria di Acli Colf, le badanti che non intendono vaccinarsi sono una minoranza: la maggior parte, proveniente dai Paesi dell’est, è stata vaccinata con Sputnik prima di rientrare in Italia. “Non è certo pensabile – puntualizza – che queste donne possano ora ricevere uno dei vaccini autorizzati nel nostro Paese”.
Allora che possono fare le famiglie? “In assenza di green pass dovrebbero, per legge, sospendere il rapporto di lavoro, oppure chiedere alle badanti ripetuti tamponi”. Nel primo caso, però, migliaia di anziani fragili, magari con disabilità cognitive, si vedrebbero all’improvviso privati di un punto di riferimento fondamentale “con gravi conseguenze sul loro equilibrio affettivo e psicologico, un vero e proprio disorientamento, oltre alle difficoltà in cui piomberebbero le famiglie”, osserva Puntillo, mentre “le assistenti familiari conviventi si troverebbero di punto in bianco in mezzo alla strada e senza stipendio”. Nel secondo caso, invece, “chi si dovrebbe fare carico della spesa dei tamponi?”. “Un grosso punto interrogativo – rimarca la segretaria di Acli colf – che solo le istituzioni possono sciogliere. Non è facile dare risposte. Questa è una situazione che andava studiata in tempo per individuare adeguate soluzioni. La nostra indicazione non può essere che quella di usare il buon senso. Spieghiamo alle famiglie che devono rispettare la legge. Tuttavia ci preoccupa la multa prevista in caso di irregolarità”.

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