“I figli sono di tutti”. Partendo da questa considerazione, l’arcivescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia, “dopo aver ascoltato il dolore” della città ed essersi confrontato “con alcune voci di quanti quotidianamente si impegnano nella cura dei nostri bambini, dei ragazzi e dei giovani”, ha maturato “il desiderio di condividere un appello alla corresponsabilità rivolto a chi è già risorsa e a quanti sono sensibili all’urgenza di farsi carico di questo bisogno”.
“Ai cittadini, alle associazioni, alle Istituzioni locali e regionali, al Governo nazionale – perché i ragazzi di Napoli possono essere un’opportunità per l’intero Paese – rivolgo l’invito a ritrovarci ad un Tavolo condiviso per dare vita ad un percorso comune che vada oltre la denuncia e diventi proposta concreta per rigenerare le ferite del presente in speranza di futuro”, la richiesta del presule. “Un patto educativo che coinvolga l’intera città metropolitana, abitandone ogni strada – dalle periferie al centro – senza escludere nessuno, mettendo insieme esperienze, ruoli, linguaggi e passioni differenti per dare vita ad un alfabeto comune dell’educare – spiega -. Un quaderno ad anelli al quale ciascuno possa aggiungere una pagina di storia già scritta o da scrivere insieme”. Poi mons. Battaglia annuncia: “Alle trame di questa storia, come pastore, non voglio far mancare il contributo della comunità cristiana e per questo ritengo necessario istituire un Osservatorio sulle risorse e sulle fragilità educative, che possa contribuire, con spirito profetico e per il bene di tutti, ad accompagnare questo delicato percorso. In questa fase iniziale – che si concluderà con un primo incontro del Tavolo tra circa un mese – l’Osservatorio accoglierà le adesioni di tutte le realtà che decideranno di rispondere a quest’appello, impegnandosi concretamente perché questo sogno diventi segno; un segno che rimetta al centro la bellezza dell’educare, creando un sistema di comunità generativo di vita e di speranza, alternativo alle logiche di morte e disperazione del sistema mafioso”.