È stato dedicato all’influencer di Dio, il beato Carlo Acutis, il nuovo oratorio nella storica parrocchia di San Nicolò di Fabriano, nell’entroterra marchigiano. Un “nido da cui ricominciare” – le parole del parroco, don Aldo Buonaiuto – e un luogo di incontro aperto a tutti ispirato al quindicenne elevato all’onore degli altari da Papa Francesco lo scorso anno perché capace di trasmettere ai giovani, attraverso l’uso di internet, la bellezza del Vangelo. Ieri alle ore 18 si è tenuta l’inaugurazione del nuovo grande spazio parrocchiale fermo da due anni a causa della pandemia e ora rinnovato nell’aspetto e nelle funzioni. Per l’occasione, è stata organizzata una tavola rotonda sul tema oratorio.
“Nasce all’interno della parrocchia – ha evidenziato don Buonaiuto – un nuovo oratorio inclusivo, anche grazie alla presenza di diversi ragazzi e bambini musulmani, come i figli delle famiglie di Afghani scappati da Kabul e ora accolti in diverse case della diocesi. Per realizzare tutto ciò la parrocchia si è adoperata per restaurare il centro comunitario, la struttura di legno in via Romualdo Sassi costruita dopo il sisma del Centro Italia che aveva danneggiato la chiesa collegiata”. “Oggi più che mai – ha aggiunto – la presenza di validi punti di riferimento come gli oratori è fondamentale per sostenere la crescita sana dei giovani fornendo loro un contesto di aggregazione in cui campeggiano valori positivi. Partendo da questo presupposto la parrocchia di San Nicolò ha voluto ampliare la propria offerta sostenendo e accompagnando bambini e ragazzi affinché possano incontrarsi ma anche adulti e anziani”.
“Carlo ha vissuto tutta la sua vita in Gesù, con Gesù, per Gesù”, ha ricordato, nel saluto fatto ai partecipanti via Skype, Antonia Salzano, mamma del beato morto a soli 15 anni, il 12 ottobre 2006, per una leucemia fulminante. “Carlo, ha proseguito la mamma, “ha vissuto le opere di misericordia mettendole in pratica nel suo quartiere, portando le coperte ai senza tetto o regalando soldi ai bisognosi; ma anche aiutando gli amici indietro nello studio o bullizzati dai compagni: una Caritas domestica, indirizzata a quanti incontrava intorno a sé. La sua è stata una vita in uscita spesa per il prossimo”.
“Spesso si dice che i giovani sono il futuro della società. Ma io dico che i ragazzi sono il presente! Se impariamo ad ascoltarli, cresciamo anche noi”, ha osservato il vescovo di Fabriano-Matelica, mons. Francesco Massara, per il quale “l’oratorio aiuta a riscoprire bellezza della vita e il gusto del gioco insieme. I giovani non si incontrano più, né giocano liberamente insieme, né litigano e discutono. Perché non si incontrano. Io credo che noi adulti possiamo fare due grandi regali ai ragazzi: l’ascolto e il nostro tempo. Dobbiamo inoltre imparare di nuovo a dire grazie, per favore, scusa”.
“A volte i giovani commettono reati. Ma gli errori dei giovani sono i nostri errori – ha osservato il presule -. Senza luoghi di socialità, è facile che i ragazzi si perdano. Gli oratori aiutano a prevenire che i giovani sbaglino, e questa è la migliore cura. Anche lo sport è un modo bello di crescere perché insegna il sacrificio”. Mons. Massara ha auspicato che ogni parrocchia possa avere un oratorio.