“È quanto mai necessario ascoltare chi pone domande essenziali e pressanti: di accoglienza, di bisogni fondamentali, di cura, di attenzione. Ascoltare chi si senta escluso, chi vorrebbe sentire da noi parole nuove e vedere in noi atteggiamenti nuovi, nuovi stili di vita. Ascoltare anche chi non si aspetta proprio nulla da noi”. Lo afferma il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, nel messaggio inviato in vista dell’apertura, domenica 17 ottobre, della fase diocesana del Sinodo dei vescovi con l’avvio del cammino sinodale della Chiesa italiana.
Papa Francesco, sottolinea il vescovo, “ci invita, tutti, a prendere la parola per raccontare come stiamo vivendo il nostro essere Chiesa, oggi, nella situazione concreta del nostro tempo e della nostra terra. Noi rispondiamo volentieri, per dare il nostro contributo di Chiesa trevigiana alla Chiesa italiana ed universale: il Papa potrà partire nei prossimi anni anche dal nostro racconto per dare nuove indicazioni di percorso e nuovi stimoli vitali affinché la fede in Dio diventi un’esperienza viva per i cristiani, e per mezzo loro per tutto il mondo, affamato ed assetato di bene”. “È un grande atto di fiducia di Papa Francesco”, osserva mons. Tomasi: “Fiducia nei confronti dello Spirito Santo che continua a parlare e ad operare nella storia degli uomini e del mondo intero. Fiducia anche in ciascuno e ciascuna di noi e nelle nostre comunità cristiane”. “Non c’è bisogno di aspettare tempi migliori”, ammonisce il vescovo: “Tutto questo è possibile oggi, malgrado le difficoltà che stiamo vivendo, anzi, proprio in questo nostro tempo. È proprio in una situazione confusa, incerta e difficile che il Vangelo ritorna ad essere parola viva. Questo avverrà, a patto che il nostro ‘prendere la parola’ sia preceduto ed accompagnato da un ascolto attento, aperto, disponibile e sincero di quanto stiamo vivendo. Ascolto delle vere domande del nostro tempo, dei nostri contemporanei, di noi stessi, delle nostre paure come dei nostri sogni più belli”.
La diocesi, prima della pandemia ha compiuto un cammino sinodale “che ci ha consegnato alcune scelte”: “la valorizzazione dei consigli a tutti i livelli, l’accoglienza e l’integrazione delle nuove coppie e famiglie nel tessuto comunitario, la ricerca e l’attuazione di stili di vita più conformi al Vangelo, la capacità di farsi prossimo nei confronti di tutti i colpiti dalla vita”. Mons. Tomasi rivolge l’invito: “Riprendiamo insieme questi cammini, nelle forme che riteniamo migliori oggi, dopo che le soste e gli ostacoli sul cammino consueto poste dal diffondersi del contagio del Covid-19 hanno inciso profondamente sulla nostra vita, davvero a tutti i livelli. Ci è richiesta energia e creatività”.