In Libia la sicurezza e il benessere di almeno 1.000 donne e bambini – fra cui cinque minorenni non accompagnati e almeno 30 bambini molto piccoli – tenuti in centri di detenzione a Tripoli, è a rischio immediato. Lo denuncia oggi l’Unicef. Fra le migliaia di migranti e richiedenti asilo che sono stati coinvolti in recenti arresti di massa, ci sono circa 751 donne e 255 bambini. “I bambini migranti e rifugiati in Libia continuano ad affrontare gravi violazioni dei loro diritti, fra cui la detenzione arbitraria”, ha dichiarato Cristina Brugiolo, rappresentante speciale dell’Unicef in Libia ad interim. “I bambini sono tenuti in condizioni devastanti e disumane in questi centri di detenzione. Possiamo desumere che il numero reale di bambini tenuti nei centri sia molto più alto, visto che, secondo le notizie ricevute, diversi ragazzi vengono messi in celle con uomini adulti”. Nel centro di detenzione più grande della Libia, “Al Mabani”, ci sono oltre 5.000 persone – quattro volte la sua capacità ufficiale – fra cui 100 bambini e 300 donne. Di queste, 1.772, fra cui 43 bambini e 106 donne, sono state trasferite nel centro di detenzione “Ain Zara”. L’Unicef e altri operatori umanitari esortano le autorità libiche “a proteggere i bambini e prevenire la loro separazione dai loro genitori, persone che si prendono cura di loro e famiglie”. E chiede soprattutto “il rilascio immediato di tutti i bambini in centri di detenzione in Libia”. A questo proposito sono pronti “a fornire supporto tecnico, fra cui anche forme di assistenza alternativa per i bambini detenuti”, ha concluso Brugiolo.