Nuovi attacchi incendiari contro edifici religiosi si sono verificati l’altra notte in Cile, a Tirúa, città costiera della regione di Bío Bío, quasi al confine con l’Araucanía. Si tratta di zone già in passato teatro di conflitti sociali, nell’ambito delle storiche rivendicazioni degli indigeni mapuche. Nel giro di poche ore sono andati a fuoco un tempio evangelico e una chiesa cattolica, a sud dell’abitato. Gli inquirenti non si sono ancora pronunciati sulla matrice degli attentati, mentre sull’accaduto ha preso posizione l’arcidiocesi di Concepción, guidata dall’arcivescovo Fernando Chomali.
“Deploriamo profondamente – si legge nella nota – questi atti di violenza, che, oltre a essere inefficaci, non contribuiscono in alcun modo alla soluzione dei gravi problemi politici, sociali ed economici che affliggono il Paese e l’area di Arauco. Insistiamo sul fatto che solo attraverso il dialogo sarà possibile giungere a soluzioni giuste e adeguate alle dolorose situazioni umane di ogni genere, ancora presenti in quella zona del Paese”.
Prosegue l’arcidiocesi: “Condanniamo questi fatti e ci rammarichiamo per il danno arrecato a chi professa la fede, ledendo un aspetto fondamentale dell’essere umano, la libertà religiosa. È urgente prestare adeguata attenzione alla popolazione dell’Arauco che, da molti anni, è rimasta indietro e non ha visto in pratica un reale interesse da parte dell’intera società cilena di fronte alla sua situazione di povertà, emarginazione e impotenza”.