Sensibilizzare ragazzi, adolescenti, ma anche insegnanti e genitori ai temi della legalità, della cittadinanza attiva e della mediazione dei conflitti sociali; conoscere le Istituzioni e le leggi che garantiscono diritti-doveri dei minori, aumentare la consapevolezza dei fattori che agiscono da antidoto alla criminalità minorile; far riconoscere ai ragazzi il fenomeno del cyber-bullismo ed i pericoli della rete.
Sono alcuni degli obiettivi del progetto “Il banco vuoto” che segna la collaborazione tra Scuola cattolica – in particolare l’arcivescovile di Trento e Rovereto e La Vela (Rovereto) – e il Tribunale per i minorenni.
L’accordo è stato sottoscritto oggi nell’aula magna del Collegio arcivescovile di Trento, alla presenza dell’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, e del presidente del Tribunale per i minorenni, Giuseppe Spadaro.
Introdotti dal rettore dell’arcivescovile, Bruno Daves, mons. Tisi e Spadaro hanno incontrato un centinaio di studenti delle medie inferiori e dei licei classico e scientifico, prima di sottoscrivere l’intesa. A rappresentare l’arcivescovile anche il preside Christian Bonazza; per l’Istituto La Vela, il preside Alessandro Laghi.
Le trasformazioni sociali degli ultimi decenni con un’oggettiva fragilità relazionale, lo scorretto utilizzo o l’abuso delle nuove tecnologie e le difficoltà di comunicazione tra le generazioni con adulti e agenzie educative stanno alla base del progetto “Il banco vuoto”. Il simbolico “banco vuoto” è un richiamo al possibile disagio vissuto da un minorenne, nei casi più estremi in ragione di un reato o di un allontanamento che lo porterebbe a lasciare, appunto, il proprio banco sguarnito.
“Il progetto – ha spiegato il presidente Spadaro – prevede di riempire idealmente quel posto attraverso la presenza a scuola di un rappresentante della giustizia minorile perché possa aiutare ragazzi ed insegnanti a trasformare il vuoto dell’assenza in un’occasione di riflessione rispetto alle motivazioni che l’hanno provocata”.
Si punta così a promuovere, all’interno delle scuole coinvolte dal progetto – in avvio alcune classi dell’arcivescovile e dell’Istituto La Vela, con la possibile estensione ad altre scuole cattoliche –, pratiche di mediazione dei conflitti sociali, di educazione alla convivenza e alla coesione sociale. Un percorso in cui emerga l’importanza di un’alleanza educativa tra Istituzioni e scuola e che stimoli alla riflessione e al dialogo con il contesto familiare.
“Dobbiamo partire – ha sottolineato mons. Tisi – dal meglio che abbiamo, ovvero i nostri ragazzi, troppo spesso dipinti come problema, quando invece la responsabilità è in capo all’adulto. Spetta all’adulto aiutare i ragazzi a scoprire il valore dell’altro e il senso del bene comune”.
Guardando al Vangelo e rispondendo alle domande dei ragazzi, l’arcivescovo ha quindi aggiunto: “Gesù ha sempre ricostruito gente che ha sbagliato. Sbagliamo tutti, ma la vera innovazione è questa: dallo sbaglio si può rinascere!”.