“È tempo di sottoporre con decisione al discernimento comunitario l’assetto della nostra pastorale, lasciando da parte le tentazioni conservative e restauratrici e, nello spirito della viva tradizione ecclesiale – tutt’altra cosa dagli allestimenti museali – affrontare con decisione il tema della riforma, cioè del recupero di una forma più evangelica; se la riforma è compito continuo della Chiesa, diventa compito strutturale, come insegna la storia, ad ogni mutamento d’epoca”. Lo scrivono i vescovi, nel Messaggio della Cei per il Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia, diffuso oggi. “La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del ‘si è fatto sempre così’”, il monito del Papa, che esorta “ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità”. Il discernimento comunitario, quindi, “riguarda le decisioni da prendere non solo nei confronti della società e del mondo, ma anche, contemporaneamente, nei confronti della vita stessa della comunità”: di qui la necessità di “un ripensamento a tutto tondo, attraverso una logica che non può che essere quella pasquale: occorre il coraggio di sottoporre alla verifica delle Beatitudini obiettivi, strutture, stile e metodi, perché la parola di Dio possa correre più libera, senza inutili zavorre”. “Oltre che domandarsi ‘perché?’, la logica pasquale si chiede ‘per chi?’, esaminando finalità e strumenti con i criteri spirituali della ‘salvezza’ più che con quelli mondani dell’’efficienza’”, la proposta del testo: “allora le persone ferite, povere, allontanate, sprovvedute e umiliate dalla vita – i protagonisti delle Beatitudini – diventano i punti di riferimento della riforma delle nostre comunità”.